Corrispondenze immaginarie: le lettere dal manicomio

Corrispondenze immaginarie, il progetto di arte partecipata di Mariangela Capossela, continua il suo viaggio

Nel centesimo anniversario della nascita di Franco Basaglia, il tema delle malattie mentali sembra essere tornato nel dibattito pubblico. Lo psichiatra veneto, infatti, è stato un antesignano in tal senso, attraverso la divulgazione e la diffusione di un pensiero diverso sul trattamento delle stesse malattie mentali. Il successo della terapia sugli internati del manicomio di Trieste, presso il quale Basaglia prestò servizio, rimane ancora oggi un esempio eccelso non solo di approccio medico riuscito, ma anche di grandissima umanità.

Parte integrante della terapia, infatti, era l’arte in tutte le sue forme. I pazienti di Basaglia erano costantemente sollecitati a esprimersi creativamente. Un esempio di ciò fu il progetto di Marco Cavallo, simbolo di libertà che ancora oggi presenzia mostre ed eventi. Con la presentazione al pubblico di Marco Cavallo la dolorosa condizione degli internati dei manicomi è entrata nella coscienza collettiva, alleviando anche di poco lo stigma al quale quelle persone erano state a lungo sottoposte. La legge Basaglia, che da lui prende il nome, permise di liberarli in senso fisico ma anche metaforicamente.

Da questo presupposto, nasce Corrispondenze immaginarie.

una foto in bianco e nero del volto di franco basaglia
By Harald Bischoff – Own work, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=31486632-artepassante.it

 

Cos’è Corrispondenze immaginarie

Corrispondenze Immaginarie, il progetto di Mariangela Capossela, nasce nel 2022 nel contesto dell’evento “Volterra Prima Città Toscana della Cultura“. A tutt’oggi, ci si sta impegnando perché tale progetto possa essere portato in altre città italiane e non solo.

Il presupposto di Corrispondenze immaginarie è la scrittura. Come accennato in precedenza, qualsiasi mezzo espressivo era in grado di sortire un effetto positivo sulla mente degli internati, e la scrittura non è da meno. La lettura, a sua volta, diventa qualcosa di profondamente intimo che riesce a connettere il lettore con lo scrivente. Ciò che ne risulta, è un capolavoro di empatia.

Il progetto si basa sulle lettere redatte dagli internati dei manicomi di Trieste e Gorizia (da qui, l’importanza di Basagalia come perno narrativo) e che non vennero mai spedite. Le lettere rimasero con i propri autori, internate nelle strutture manicomiali, e il motivo è semplice. Infatti, prima dell’entrata in vigore della legge Basaglia nell’ordinamento italiano, non era consentito alcun tipo di interazione tra gli internati e le internate col mondo esterno. Questo, ovviamente, enfatizzava quel senso di abbandono e di alienazione dei pazienti. Non solo infatti tale malessere poteva prolungare la loro permanenza nelle strutture, ma ne minava le fondamenta di un sano reinserimento sociale, dal momento che la persona si sentiva persa in un mondo col quale non era più in grado di comunicare.

L’idea di Mariangela Capossela è allora quello di restituire a quelle lettere una voce che era stata loro tolta. Proprio da questo prende il via il progetto di Corrispondenze immaginarie, dal fatto di poter rimettere in circolo queste lettere. Rileggere, trascrivere e rispondere a delle missive sottoposte a una feroce forma di censura diventa un atto fortemente politico e di grande valenza sociale.

L’importanza della scrittura e della partecipazione collettiva

L’opera di Mariangela Capossela si definisce “partecipata“, proprio per l’importanza che l’artista attribuisce in questo caso specifico all’apporto umano dei comuni cittadini che prendono parte alla performance. Corrispondenze immaginarie intende rompere il sistema di isolamento. Ai partecipanti è richiesta una “presa in carico del passato nel presente“.

Il coinvolgimento si articola in due fasi. La prima è quello degli “Scrittoi pubblici“, cioè momenti performativi in cui scuole, abitanti, gruppi o individui, sono invitati a trascrivere le lettere degli ex internati. Il processo di trascrizione è qualcosa di incredibilmente potente, che riesce a innescare un meccanismo di empatia con lo scrivente originale. L’artista Mariangela Capossela, inoltre, numererà e timbrerà con un segno realizzato ad hoc ogni singola lettera.

La seconda è una “chiamata aperta” a chiunque voglia ricevere queste lettere per rispondere, seppur solo idealmente, ai loro autori. In tal modo, rispondendo dunque alle lettere, queste vengono materialmente restituite alla comunità. E ciò accade in una forma più completa, quella che per sua stessa natura appartiene alle lettere. Quella in cui i desideri e le richieste dello scrivente non cadono nel nulla, ma vengono raccolte dal ricevente, che elabora una risposta. Un rapporto, quello dei coinvolti in una corrispondenza, che grazie alla scrittura ha qualcosa di molto fisico.

Ciò che emerge dalle lettere è una miriade di microcosmi di storie. Nelle corrispondenze emergono storie di individualità e di collettività, storie di vita domestica e di introspezione. Le corrispondenze rappresentano uno spaccato tanto struggente quanto tenero di una parte di mondo e di società troppo a lungo volutamente ignorata.

una lettera, una penna nera e una sgorbia di legno su un tavolo bianco

 

Corrispondenze immaginarie, oggi

Come anticipato, il progetto di Capossela ha fatto la sua prima apparizione a Volterra nel 2022. Ma fortunatamente Corrispondenze immaginarie sta continuando a portare la voce degli internati anche altrove. Il progetto è stato presente nella cittadina toscana fino ad agosto del 2023, per poi spostarsi ad Avellino.

Nel 2024, in occasione dell’anniversario della nascita di Basaglia, le tappe prescelte sono state Trieste e Gorizia. Entrambe le città, infatti, sono state simbolo del passaggio del celebre psichiatra e della sua lotta per il riscatto sociale. Il progetto è realizzato da Teatro degli Sterpi APS, in collaborazione con Hangar Teatri, Accademia della Follia, Coop La Collina e con il patrocinio del Comune di Gorizia in collaborazione con l’Area dipartimentale Salute Mentale di ASUGI.

Grande attenzione alle scuole. Infatti, prendono parte anche gli istituti scolastici superiori I.S.I.S. Giosuè Carducci-Dante Alighieri e I.S.I.S. Da Vinci – Carli – De Sandrinelli DI Trieste e I.S.I.S. Brignoli di Gorizia. Gli studenti, coinvolti già da gennaio, hanno avuto la possibilità di visitare gli ex ospedali psichiatrici delle due città. Sono questi i luoghi che hanno permesso a Basaglia di poter sperimentare le proprie teorie rivoluzionarie e di applicarle sui pazienti. Sotto la guida di Mariangela Capossela e grazie ai contributi di Coop La Collina, della storica compagnia teatrale Accademia della Follia e di Teatro degli Sterpi, gli studenti hanno avviato un progetto della durata dell’intero anno scolastico.

L’11 marzo è stato il giorno che ha dato inizio ai lavori nelle città friulane, proprio in ricordo del centesimo anniversario dalla nascita di Franco Basaglia. Da quello stesso giorno fino al 25 marzo è stato possibile inoltrare le proprie adesioni al progetto. Sebbene le domande per poter partecipare alla fase di “risposta” alle lettere si sia già conclusa, è ancora possibile partecipare agli Scrittoi pubblici. In questa fase, chiunque voglia può partecipare copiando le lettere. Gli Scrittoi pubblici saranno aperti a Gorizia il 18 maggio e a Trieste il 29 giugno.

Ma Corrispondenze Immaginarie sta per valicare i confini nazionali, diffondendo sempre di più il proprio messaggio. Ad attendere il progetto di Mariangela Capossela sono le città di Lione e Reggio Emilia.

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