Il pittore fiammingo Rogier van der Weyden è nato a Tournai intorno al 1399. È stato un esponente del Rinascimento nordico e uno tra i grandi maestri della pittura del Quattrocento. Il suo nome originale era Roger de la Pasture, ma quando si trasferì a Bruxelles, adottò la versione fiamminga del suo nome. Durante la sua carriera ha ricevuto l’influenza di Jan van Eyck, che ha contribuito a sviluppare la sua straordinaria abilità tecnica nell’esprimere emozioni tramite le sue opere. Rogier van der Weyden è considerato una figura centrale nella storia dell’arte occidentale.
La vita di Rogier van der Weyden
Degli anni della giovinezza dell’artista si sa poco. Il 5 marzo 1427 diventò apprendista presso il maestro Robert Campin, uno dei primi grandi pittori fiamminghi. Questa esperienza fu molto importante per lo sviluppo delle abilità tecniche e artistiche dell’artista. Qui apprese il realismo dettagliato che caratterizza i suoi primi dipinti. Nel 1432 è nominato libero maestro di pittura a Tournai. Nel 1436 si trasferì a Bruxelles, dove divenne pittore ufficiale degli esponenti più importanti della politica, membri della nobiltà e della chiesa e ricchi mercanti. A Bruxelles si sposa e nasceranno i suoi due figli: Jan e Peter, che diventerà pittore come il padre. La sua pittura è caratterizzata da un grande realismo e dall’uso perfetto dei colori, delle luci e delle ombre. La sua fama crebbe rapidamente e in Europa Rogier ricevette numerose commissioni importanti.
Il pittore trascorse un periodo anche in Italia tra Roma, Firenze, Milano e Ferrara (presso la corte di Lionello d’Este), dove realizzò uno dei suoi ritratti più celebri e tra il 1460 e 1461 fu maestro del pittore italiano Zanetti Bugatto. Ma l’arte di Rogier fu anche un veicolo per trasportare lo stile fiammingo in tutta Europa e durante la seconda metà del XV secolo la sua influenza dominò la pittura in Francia, Germania e Spagna e influenzò pittori famosi come Hans Memling, Joos van Cleef e Frans Floris. Morì il 18 giugno del 1464, all’età di 65 anni, a Bruxelles.
Lo stile e le opere di Rogier van der Weyden
I suoi numerosi dipinti sono quasi tutti senza firma dell’artista. Per identificare l’autore e il periodo in cui sono stati realizzati è stata svolta un’analisi stilistica. Dai dipinti l’artista mostra un particolare interesse per il lato drammatico dell’uomo, soprattutto nei dipinti sacri, realizzati tra il 1430 e il 1450. Il suo stile è preciso e curato nei minimi particolari ed è rappresentato da una forte capacità dell’artista nel rappresentare emozioni profonde. Van der Weyden si interessa molto alla psicologia umana e la sua tecnica cambia con gli anni: i colori diventano freddi, le linee più eleganti e lo stile in generale diventa più naturalistico. Tra le sue opere documentate ritroviamo:
- Il Trittico della Madonna;
- La Deposizione dalla Croce;
- L’Annunciazione;
- Il Trittico della Crocifissione;
- Il Trittico Bracque (Parigi, Louvre);
- Il Trittico di S. Columba (Monaco, Alte Pinakothek);
- Il Gran Bastardo Antonio di Borgogna, Bruxelles;
- Giovane donna, Berlino, Staatliche Museen;
- Il Trittico con il Cristo, la Vergine e i santi;
- La Sepoltura del Cristo;
- San Luca disegna la Vergine;
- Discesa dalla Croce;
- Ritratto di dama.