Con l’avvio di settembre cambiano le regole sull’affitto breve. Multe salatissime per chi non si adegua: ecco cosa bisogna fare.
Il contratto di locazione breve viene stipulato su un uso abitato dell’immobile ed ha una durata non superiore a 30 giorni. Il contratto può avere al suo interno anche la fornitura di biancheria e la pulizia dei locali, nonché altri servizi che risultano collegati all’utilizzo della casa. Questo tipo di contratto torna ad essere al centro dell’attenzione a seguito di nuove regole.
Le nuove regole sull’affitto breve hanno preso il via con l’arrivo di settembre e secondo i dati dell’Associazione Italiana gestori affitti brevi, questo decreto coinvolge circa 640mila case. In sintesi, chi affitta un immobile per meno di 30 giorni dovrà evitare uno specifico errore al fine di non dover pagare una sanzione molto salata.
Dopo la sperimentazione in alcune Regioni è entrato ufficialmente in vigore il Codice identificativo nazionale (Cin) che prende il posto dei sistemi di riconoscimento regionali. La modifica effettuata ha come obiettivo di tracciare tutte le locazioni con durata sotto i 30 giorni. Vediamo come funziona e quale errore bisogna evitare per non avere problemi.
Il Cin prende il posto dei sistemi di riconoscimento regionali e cerca di mettere ordine nel settore tracciando tutti gli immobili con un contratto di locazione breve, in modo da contrastare l’abusivismo e rendere le regole più uniformi in tutta Italia. La sperimentazione è partita dalla Puglia a inizio giugno e dal 13 ha coinvolto anche il Veneto. Dal 1° settembre la disposizione riguarda tutte le Regioni.
Con questo decreto chi affitta un immobile per meno di 30 giorni dovrà dotarsi del codice Cin, che andrà esposto sia all’interno dell’annuncio che all’esterno dell’edificio in cui è presente la casa, attraverso un bollino. Se non ci si adegua, scattano delle sanzioni pesantissime.
Le multe per chi non rispetta questa nuova disposizione scatteranno solo a novembre, dato che ci saranno 60 giorni per mettersi in regola. Coloro che metteranno in affitto un immobile senza Cin potranno ricevere una sanzione compresa tra gli 800 e gli 8.000 euro. La sanzione prevista per chi non espone il Cin, nonostante il suo possesso, va dai 500 ai 5.000 euro.
Per ottenere il Codice bisogna rivolgersi alla piattaforma del Ministero del Turismo. La piattaforma dovrebbe individuare in maniera automatica le strutture associate all’utente, così da poter completare le informazioni mancanti. In presenza di incongruenze nei dati presentati sarà necessario comunicare le informazioni aggiornate alla Regione di riferimento.
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