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Banksy ha disegnato un lupo su una parabola, ma qualcuno ha rubato l’opera

L’ultima opera di Banksy, un lupo ululante disegnato su una parabola, è stato rubato da due ladri e non è la prima volta che capita

Banksy è tornato a fare parlare di sé con delle nuove opere comparse per le strade di Londra, tutte rappresentanti degli animali. Eppure, una di queste è già scomparsa dopo poche ore. Si tratta di un lupo che ulula alla luna, disegnato su una parabola satellitare sul tetto di un negozio di Rey Lane, nel quartiere di Peckham.

A quanto pare ci sarebbe addirittura un video a testimonianze del furto, in cui si vedono chiaramente due uomini a volto coperto arrampicarsi sul tetto e portare via l’opera che era già stata rivendicata dal famoso e anonimo street artist attraverso Instagram,

Non è la prima volta che succede un episodio simile. Infatti, le opere di Banksy si trovano in luoghi facili da raggiungere e privi di alcun tipo di protezione o sicurezza: si tratta sempre di luoghi pubblici scelti accuratamente per rendere l’arte fruibile ai passanti ma purtroppo questo ha anche dei lati negativi… soprattuto considerato quanto potrebbe valere nel mercato dell’arte una sua opera.

Le opere rubate di Banksy

Sempre a Londra, lo scorso 22 dicembre, un’altra opera di Banksy è stata rubata sotto gli occhi increduli dei passanti, dopo poche ore dalla sua esposizione al pubblico. Si trattava di un segnale di Stop con tre droni militari disegnati sopra tra le lettere e si trovava in una strada a sud di Peckham.

Ma è possibile vendere le opere di Banksy approfittando dell’anonimato? Sì e no. Il motivo principale che con tutta probabilità spinge questi ladri ad impossessarsi delle opere di Banksy è la speranza di poterli rivedere a grandi cifre, tuttavia proprio a causa della fama di Banksy potrebbe non essere così semplice riuscire a rivenderli.

Basti pensare al 2022, quando tre uomini furono condannati in Francia per furto e manipolazione di un dipinto di Banksy che voleva rendere omaggio alle vittime del Bataclan di Parigi del 2015, a dimostrazione del fatto che l’arte di Banksy viene protetta e difesa nonostante l’anonimato dell’artista. 

C’è chi le ruba e chi le protegge: la storia delle opere di Banksy in Ucraina

Ajax System, una nota società di sicurezza tecnologica internazionale fondata in Ucraina nel 2011 ha installato dei sistemi di protezione avanzati per proteggere le opere di Banksy in Ucraina dai pericoli della guerra e dai furti.

Il progetto è stato fortemente voluto dall’Amministrazione militare regionale e locale di Kiev per proteggere il messaggio di speranza che le opere di Banksy incarnano.

Ecco le parole di Oleh Torkunov, vice capo dell’Amministrazione militare di Kiev: 

“Le opere di Banksy hanno un valore culturale e storico per il Paese e ricordano che la luce vincerà sull’oscurità.”

Le opere, grazie a questi sistemi di sicurezza avanzati, sono protette da atti di vandalismo e condizioni metereologiche con un monitoraggio 24 ore su 24, con tanto di rilevatori di movimenti, di apertura e sensori sofisticati.

Proteggere le opere di Banksy vuol dire proteggere il loro valore simbolico e l’intento per cui sono state realizzate. La sua arte è per le persone ed è per questo che lo street artist preferisce la strada ai musei, affinché chiunque possa assorbire il messaggio di ciò che rappresenta, correndo anche il rischio che i suoi capolavori vengano rubati o danneggiati. 

Il prezzo da pagare o un ulteriore insegnamento?

Affidare le proprie opere alle persone implica fidarsi di loro, non avere paura di condividere un messaggio correndo il rischio che non venga capito, che venga rubato o dissacrato. 

Forse Banksy vuole ricordarci che non bisogna avere paura di esporsi e dire la propria, a prescindere da quello che può succedere dopo averlo fatto: il potere dei suoi messaggi non viene meno nemmeno quando questi spariscono dalle strade. 

Probabilmente altre opere di Banksy verranno rubate in futuro, ma nessuno potrà mai appropriarsi davvero degli ideali che queste rappresentano.

Banksy non si è mai espresso su questi furti e nella sua attività social si limita a condividere le sue opere come a voler mettere la sua firma, consapevole che questo potrebbe metterle ulteriormente in pericolo e farle diventare un bersaglio.

Ma l’artista non se ne cura, e diffonde più che può il messaggio che voleva veicolare, affidandolo a quelli che sono i fruitori finali della sua opera: le persone di tutto il mondo.

Alessia Barra

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