In questo articolo scopriamo tutto ciò che c’è da sapere su un pittore conosciuto anche come “l’ambiguo moderno”: James Tissot
Artista versatile e intraprendente, James Tissot, nel suo variegato percorso di vita, trova chiari riscontri nell’evoluzione del suo linguaggio artistico. Dalle prime opere intrise di angoscia, ha sviluppato una padronanza tecnica e un manierismo originali che celebrano la vita dell’alta borghesia. Le sue vivide serie di ritratti, come “La femme à Paris”, gli hanno procurato grande successo tra i suoi contemporanei. Alla fine della sua carriera, con uguale maestria, ha affrontato il tema del sacro, culminando nella creazione dei circa 350 acquerelli conosciuti come la Bibbia di Tissot. Ma vediamo tutto ciò che c’è da sapere su questo artista così particolare e dimenticato per lungo tempo.
Vita, stile e opere di James Tissot
Dopo aver ricevuto un’educazione religiosa, si trasferì a Parigi per dedicarsi allo studio dell’arte; sotto la guida di H. Flandrin, debuttò al Salon del 1859. Durante questo periodo, frequentemente trattò soggetti di vita contemporanea, con una particolare predilezione per gli ambienti e i personaggi della Parigi mondana, concentrandosi soprattutto sulla rappresentazione della figura femminile nella serie “La femme à Paris” (1883-85). Artista dal tratto elegante e aristocratico, nelle sue opere di quegli anni si percepiscono chiaramente le influenze di E. Degas, R. Wisthler, H. Leys e dell’estetica giapponese. I suoi dipinti come “Giovane con la veste rossa” (1864), “Sognatrice” (1881), e “Turisti a Londra” (1874) mostrano il suo amore per il dettaglio e le tematiche affrontate, che trovano anche riscontro nelle sue incisioni, realizzate con diverse tecniche come l’acquaforte, la maniera nera e la puntasecca.
Durante la guerra franco-prussiana (1870-71), si arruolò nell’esercito francese e dopo la Comune di Parigi si rifugiò in Inghilterra nel 1871, dove raggiunse una certa notorietà. Tuttavia, nel 1883, alla morte della sua compagna di tutta la vita, l’irlandese Kathleen Newton – ritratta in quasi tutti i suoi dipinti – fece ritorno a Parigi. Qui tentò invano di riconquistare la sua fama e il favore dell’elite artistica. Profondamente segnato da una crisi esistenziale, a partire dal 1885 Tissot compì numerosi viaggi in Terra Santa. Questa esperienza mistica e intensa lo portò a creare circa 350 acquerelli noti come la Bibbia di Tissot, dedicati alla vita di Gesù (pubblicati a Parigi e Londra tra il 1896 e il 1897) e al Nuovo Testamento (pubblicati nel 1904). Gli ultimi anni della sua vita li trascorse nell’abbazia di Bouillon nei Pirenei, lavorando a una serie di disegni sull’Antico Testamento che rimase incompiuta a causa della sua morte.
Le influenze
Jacques Joseph Tissot cresce a Nantes, tra il negozio di stoffe di famiglia e le rive della Loira. Originariamente interessato all’architettura, il giovane, che adotta il nome “James” all’età di undici anni, sceglie la strada della pittura e arriva a Parigi intorno al 1855-1856. Nella capitale francese, si forma nello studio di Flandrin e Lamothe, discepoli di Ingres che gli insegnano l’amore per il disegno.
Ma le sue vere ispirazioni non sono francesi. Guardando oltre confine, Tissot rimane affascinato dai “primitivi”: i maestri tedeschi del tardo Medioevo come Cranach, Dürer e Holbein, gli italiani del Quattrocento come Carpaccio e Bellini, e tra i suoi contemporanei, il belga Henri Leys e i preraffaelliti inglesi, con i quali condivide la stessa attenzione alla realtà e la precisione nell’esecuzione. I suoi viaggi nutrono questa crescente moda, portandolo in Belgio, Germania e Svizzera nel 1859 e in Italia nel 1862.
Tissot debutta al Salon nel 1859. Le sue opere, “piene di stranezze singolari, di oggetti curiosi come i giocattoli di Norimberga” (Olivier Merson), attirano l’attenzione ma anche critiche violente. Viene accusato di imitare gli antichi maestri e Henri Leys, di indulgere in arcaismi: “È triste vedere un artista dotato deformare il suo talento con queste contraffazioni pedanti”, scrive Paul de Saint-Victor.
Nonostante ciò, in pochi anni Tissot sviluppa uno stile originale caratterizzato da disegni precisi, colori contrastanti, un grande dettaglio e una rappresentazione delle figure umane che esprimono stanchezza o pentimento, capacità che applicherà anche ai soggetti moderni.
L’interesse per il Giappone
Jacques Joseph Tissot è stato uno dei primi artisti francesi ad essere influenzato dalle arti del Giappone, aprendo uno studio giapponese nel suo palazzo sugli Champs-Elysées nel 1869. Questo avvenne poco dopo l’apertura del Giappone al mondo nel 1853 e prima dell’Esposizione Universale di Parigi del 1867, dove il Giappone fece il suo debutto internazionale. Durante il Secondo Impero francese, Tissot fu un avido collezionista di oggetti asiatici e divenne il professore di disegno del giovane principe Tokugawa Akitake, capo della delegazione giapponese nel 1867-1868.
Il suo entusiasmo per il Giappone si rifletteva chiaramente nelle sue opere, come nel dipinto del 1864 “La giapponese al bagno”, che mostra una visione idealizzata dell’Oriente attraverso l’abbigliamento di una donna europea con un kimono cangiante. Le collezioni private di Tissot, esposte nel suo palazzo parigino, erano un esempio tangibile della sua passione per gli oggetti giapponesi, influenzando profondamente le sue composizioni artistiche. Le sue opere spesso integravano elementi giapponesi, come stampe vivaci e motivi orientali, arricchendo così il suo repertorio artistico e attrarre il pubblico dell’epoca, comprese le giovani donne eleganti che frequentavano il suo salotto parigino.
Come diventa il “pittore della vita moderna”
Dopo aver ricevuto critiche aspre per la mancanza di originalità delle sue composizioni storicistiche, Tissot sorprende al Salon del 1864 con due dipinti radicalmente diversi: il Ritratto della Signorina L.L. e Le due sorelle. Questi ritratti di soggetto contemporaneo ottengono un grande successo e pongono Tissot nel campo dei realisti.
Presentati dall’artista come ritratti, queste opere combinano la tradizione del ritratto cerimoniale con la scena di genere elegante alla moda, il ritratto fotografico e l’incisione di moda. Come i suoi contemporanei Whistler e Degas, Tissot sfrutta queste fonti diverse, contribuendo alla mescolanza delle categorie pittoriche e al rovesciamento della gerarchia tradizionale dei generi.
Definito un “pittore della vita moderna” da Charles Baudelaire, Tissot si inserisce perfettamente nella società borghese e materialista del Secondo Impero, che apprezza la sua capacità di catturare la bellezza particolare delle persone, dei costumi e degli oggetti del suo tempo. I suoi grandi ritratti dipinti negli anni Sessanta del XIX secolo portano questa ambizione nel formato della pittura storica.
Innovatore senza essere rivoluzionario, sofisticato ma con una certa grandeur, l’arte e la personalità di Tissot attraggono i ricchi clienti, i dandy aristocratici e l’alta borghesia, che commissionano i suoi ritratti e collezionano le sue scene di genere. Questi dipinti, diffusi attraverso la fotografia, venduti da prestigiosi mercanti d’arte a Parigi e Londra, ed esportati negli Stati Uniti, fanno di Tissot uno degli artisti più influenti del suo tempo e rapidamente un uomo ricco e ammirato per i suoi lavori.