Con Fiorello in RAI è diventato un personaggio noto al grande pubblico, ma ecco il retroscena sui suoi insospettabili esordi in tv.
Si sentono spesso storie riguardanti le difficoltà incontrate dai personaggi famosi del cinema o della tv prima di arrivare al successo. In tanti, hanno affrontato lavori faticosi o svilenti, altri erano convinti di doversi adattare a una vita completamente diversa, di certo più precaria e meno soddisfacente. E poi c’è chi può vantare una vita professionale prima del successo assai comoda.
Un personaggio televisivo che dopo anni di lavoro in tv è riuscito a sfondare come spalla di Fiorello in RAI, ha di recente svelato un retroscena sulla sua vita prima che iniziasse a lavorare sul piccolo schermo. In realtà, pur non apparendo in video, già aveva a che fare con la tv. E il lavoro in sé non era neppure così male. Lui stesso lo ha definito una “pacchia”.
Il personaggio in questione è Fabrizio Biggio, presentatore che ha mosso i primi passi nel mondo dello spettacolo come vj su MTV per poi reinventarsi comico nella coppia comica I solidi idioti. Prima di mostrarsi su MTV, Biggio già lavorava per la tv, e lo faceva per Mediaset.
La spalla di Fiorello a Viva Rai Due, ne ha parlato nel corso di un programma su Twitch della Gialappa’s Band, in cui si commentano gli Europei di calcio in Germania. L’occasione è stata offerta da una segnalazione giunta da TvBlog: il sito ha infatti scoperto che il nome del socio di Fiorello in RAI, a inizio 2000, compariva nei titoli di coda della soap Vivere, nella lista degli autori.
Dunque Biggio, è stato un autore della soap-opera di Canale 5? “Sì, è vero“- ha svelato il presentatore toscano- “era un periodo in cui facevo tutt’altro, ero un tecnico in teatro. Un mio amico conosceva uno che lavorava là e mi ha chiesto se volessi fare un provino per scrivere. Scrivevo già delle cose mie”.
E così Biggio ha cominciato a lavorare come dialoghista nella soap: “Scrivevo tre puntate al mese, prendevo 1,8 milioni di lire per ognuna”– ha svelato. “Era una pacchia tremenda, scrivevo da casa, ed è durata circa tre o quattro mesi“. Poi Biggio ha ricevuto la chiamata da parte di MTV.
Biggio ha anche spiegato come funzionava il lavoro autoriale. “Quelli che dicono ‘questo mese devono mettersi insieme loro due e questa qui deve morire’, sono coloro che guadagnano più di tutti e si occupano dei macro-temi. Poi, sotto, c’erano quelli che facevano il soggettone, scena per scena. Infine, la scena arrivava a me: dovevo dialogarla. Ogni scena doveva finire con un’inquadratura del volto perplesso dell’attore”.
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