La velocità della luce la conosciamo tutti perché è ciò che pensiamo guardando le stelle, ma la velocità del buio invece esiste?
Alzando gli occhi al cielo, guardando le stelle brillare, come piccoli diamanti spersi nell’enormità del blu notte, pensiamo tutti implicitamente alla velocità della luce, perché da quando siamo bambini ci hanno insegnato che la luce che vediamo, non è altro che il fascio di energia delle stelle morte, arrivato a noi dopo tantissimo tempo dall’effettiva scomparsa del corpo celeste.
Quello che guardiamo nel cielo non è altro che un cimitero di stelle, eppure rimane uno degli spettacoli più incantevoli per il nostro sguardo, che per nostra fortuna e meraviglia ci si ripropone davanti di notte in notte.
Per non parlare degli astronauti e in generale dello Spazio: ne siamo a conoscenza, da quando siamo piccoli. La percezione del tempo infatti cambia quando si è in viaggio nello Spazio, proprio per via della velocità della luce: le ore scorrono in modo diverso rispetto al tempo della Terra.
La velocità della luce, insomma, c’entra sempre quando vogliamo parlare di una certa idea di mondo. Se misurare la velocità della luce potrebbe rivelarsi un’impresa complicata, ci si chiede che cosa si dovrebbe invece fare per pensare alla misurazione della velocità del buio. Esiste?
Cosa succede nel buio, a differenza di quel che accade nella luce? È una domanda plausibile, sia se sia fatta dai più piccoli che dagli adulti, in quanto per mera opposizione, dove non c’è la luce c’è il buio, rimane quindi lecito chiedersi cosa accade nel contesto opposto.
In un primo momento, la prima risposta che verrebbe fuori è che il buio non è altro che assenza di luce, quindi non è un onda quantificabile nelle sue proprietà. O ancora, il buio ha velocità pari a zero poiché rispecchia il nulla (è fermo).
Ma qual è la verità? Come sempre, la verità è più complessa delle spiegazioni che di solito il cervello si da. Il buio emerge quando la luce è andata via, alla sua solita velocità, quindi la velocità del buio è uguale a quella della luce, magari con un segno negativo.
Nella realtà del nostro universo, infatti, non esiste nulla di ’troppo’ estremo, anche il buco nero più nero che ci sia, il nero più intenso che si può pensare, non è nulla. Anche la più potente calamita gravitazionale, rilascia quella che viene identificata come radiazione di Hawking.
I ricercatori, Roland de Putter e Eric V. Linder dell’Università di Berkeley e Dragan Huterer dell’Università del Michigan, hanno pubblicato a questo proposito le risposte su una ricerca dettagliata dal titolo: Measuring the speed of dark: Detecting dark energy perturbations. Ciò che ne viene fuori è che il buio, cioè l’assenza di luce, ha la medesima velocità della luce: trecentomila kilometri al secondo. Se il Sole si spegnesse ora, il buio che ne deriverebbe raggiungerebbe la Terra esattamente otto minuti più tardi, proprio per via del tempo relativo alla distanza.
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