In questo articolo scopriamo tutto quello che c’è da sapere a proposito della vita e delle opere dell’artista che portato il Rinascimento in Italia: Masaccio
Figura centrale nella transizione della pittura italiana dal gotico internazionale al Rinascimento, Masaccio ha tratto ispirazione dalle prospettive di Brunelleschi e dalla plasticità di Donatello, creando così un linguaggio artistico nuovo e rivoluzionario. Tuttavia, per ragioni ancora sconosciute, l’artista è morto a soli ventisette anni, lasciandoci solo immaginare il potenziale futuro della sua arte. Esploriamo quindi la biografia e i principali capolavori di questo maestro, attivo principalmente in Toscana, ma con un’influenza che si è estesa in tutta Europa.
Vita, stile e opere più importanti di Masaccio
Masaccio, soprannome di Tommaso di Ser Giovanni di Mòne di Andreuccio Cassài, fu un pittore italiano del Quattrocento. Nato a San Giovanni Valdarno nel 1401, si formò artisticamente e culturalmente a Firenze. Le informazioni su di lui sono scarse, ma sappiamo che lavorò nella bottega di Masolino. Masaccio sviluppò uno stile pittorico innovativo, contribuendo alla rivoluzione artistica del primo Quattrocento, che ha portato alla nascita del Rinascimento, insieme a Brunelleschi e Donatello. Oltre a Firenze, operò anche a Pisa e Roma, dove morì a soli 27 anni. Nonostante la sua breve vita, la sua produzione artistica fu notevole, comprendendo opere a tempera su tavola e affreschi.
Lo stile
In soli sei anni, il tempo in cui la sua attività è attestata, Masaccio ha trasformato la pittura, rompendo con la tradizione artistica delle generazioni precedenti e aprendo la via alla maniera moderna. La sua innovazione consisteva nel conferire maggiore plasticità ai corpi, seguendo il percorso iniziato da Giotto e perfezionato da Donatello, e combinandola con le scoperte prospettiche di Brunelleschi. Questo gli permise di creare figure più tridimensionali e cariche di espressività.
Ma quali sono le sue opere più importanti? Ecco la lista dettagliata.
Sant’Anna Matterza
Con “Sant’Anna Metterza” inizia la collaborazione artistica tra Masaccio e Masolino. Si tratta di una pala d’altare destinata alla chiesa fiorentina di Sant’Ambrogio, commissionata dalla famiglia Bonamici. Il dipinto raffigura la Madonna in trono con il Bambino e Sant’Anna, madre di Maria, posta come terza figura (da cui il titolo Metterza), circondata da cinque angeli. Masolino esegue i due angeli col turibolo in basso, gli angeli a sinistra e al centro che reggono il baldacchino, e Sant’Anna; Masaccio, invece, dipinge l’angelo reggicortina a destra, la Madonna e il Bambino. Si nota una netta differenza nei tratti delle due donne: la Madonna di Masaccio mostra un volume tangibile attraverso le pieghe della veste; Masolino tenta di emulare questa tecnica con Sant’Anna, ma il senso del volume è quasi assente e la prospettiva risulta ancora grossolana e poco studiata.
Affresco del Tributo
Nell’affresco del “Tributo”, Masaccio si ispira a un episodio del Vangelo di Matteo che narra l’ingresso di Cristo e degli apostoli a Cafarnao. Un esattore delle tasse chiede loro il tributo per il Tempio di Gerusalemme. Nonostante Gesù ironizzi sul fatto di dover pagare per entrare nella casa di suo Padre, decide di pagare e incarica Pietro di pescare un pesce, nella cui bocca troverà una moneta d’argento per il pagamento. Masaccio riesce a rappresentare tre momenti distinti in un’unica composizione: al centro, la prima scena mostra il gabelliere che chiede il tributo e Gesù che indica a Pietro di andare a pescare la moneta; a sinistra, sulla riva, si vede Pietro pescare il pesce miracoloso; a destra, Pietro è raffigurato mentre paga il tributo.
Madonna in trono con il Bambino e quattro angeli
Nella “Madonna in trono con il Bambino e quattro angeli”, la Vergine è messa in risalto da un drappeggio pesante e chiaroscurato. Masaccio, nella raffigurazione del volto, sceglie di ispirarsi alla realtà, come Donatello, piuttosto che ai modelli idealizzati. Il viso di Maria appare stanco e segnato, come se fosse già consapevole del destino del figlio. Il Bambino è rappresentato mentre mangia un acino d’uva che la madre gli ha dato. La sua aureola segue le stesse regole prospettiche dell’ambiente circostante, apparendo così per la prima volta come ellittica.
Cacciata dal Paradiso Terrestre
Nella “Cacciata dal Paradiso Terrestre”, Masaccio raffigura Adamo ed Eva nel momento in cui l’angelo di Dio li scaccia dall’Eden. Le due figure, completamente nude, sono caratterizzate da volumi massicci e modellate con realismo attraverso l’uso del chiaroscuro. Adamo, ancora intento a varcare la soglia del Paradiso Terrestre, si copre il volto disperato dalla vergogna. Eva, che solo ora si rende conto della propria nudità, prova imbarazzo e cerca di coprire il seno e il pube. Il suo volto addolorato, con occhi contratti dal pianto e bocca spalancata, esprime la drammaticità della pittura di Masaccio attraverso un intenso gioco di luci e ombre.