Il gatto è un soggetto molto rappresentato in ambito artistico. Ecco i quadri più belli che lo vedono come protagonista
Gli antichi egizi consideravano il gatto alla stregua di una divinità, e lo stesso avviene ancora oggi in alcune isola della Grecia, in cui il gatto viene considerato a tutti gli effetti un simbolo: i marinai portavano sempre con loro un gatto in nave perché lo consideravano sacro e perché consentiva di proteggere le imbarcazioni dall’infestazione dei topi.
In ogni caso, nell’arte il gatto ha sempre avuto un ruolo importante e possiamo notare una vera e propria evoluzione nel modo di rappresentarlo.
Scopriamo insieme come si è evoluta la figura del gatto nelle diverse epoche, fino ad arrivare agli studi di Leonardo, che meglio di chiunque altro ha saputo rendere giustizia alla sua anatomia e agilità.
Gatto nell’arte: dagli albori alle rappresentazioni più accurate
Come abbiamo già sottolineato, gli egizi veneravano i gatti, perciò sono numerose le rappresentazioni dell’animale risalenti all’Antico Egitto, sia a livello scultoreo che pittorico. In questi casi, le linee erano comunque semplici e l’anatomia poco rappresentata.
Durante il Medioevo il gatto veniva rappresentato all’interno dei bestiari medioevali. Anche in questo caso le rappresentazioni erano poco realistiche, anzi possiamo dire che fossero al limite del paradossale. Ma in questo periodo storico il gatto veniva anche associato alle streghe e al demonio, perciò lo troviamo poco nell’arte del tempo.
A partire dal Rinascimento, il gatto viene inserito all’interno di quadri sacri, come nel caso di “San Girolamo nello studio” opera realizzata da Antonello da Messina nel 1475, dove il gatto rappresenta in realtà l’inganno e giace accoccolato in un angolo.
Un passo avanti significativo nella rappresentazione del gatto nell’arte la troviamo negli studi di Leonardo da Vinci, che comincia a rappresentarlo in pose complesse. Ma d’altronde il suo era uno sguardo decisamente più scientifico e focalizzato sull’anatomia rispetto a quello degli artisti che in passato lo utilizzavano come mero simbolo.
I quadri più belli che raffigurano gatti
Ora che abbiamo visto, a grandi linee, come nel corso dei secoli si sia evoluto il modo di rappresentare il gatto nell’arte, vediamo insieme alcune delle opere più belle che lo vedono come comparsa o come vero e proprio protagonista.
Annunciazione di Recanati
In questo quadro di Lorenzo Lotto, troviamo un vero e proprio gatto domestico che occupa il centro del quadro. Il gatto è spaventato dalla comparsa dell’Arcangelo e sta cercando di allontanarsi velocemente dalla scena. Il suo ruolo nel quadro è tutt’ora dibattuto, infatti c’è chi pensa che più che un animale domestico raffiguri le forze del male che fuggono dalla Luce Celeste.
La Madonna della Gatta
Quest’opera realizzata da Federico Barocci mostra delle tonalità calde e avvolgenti che si possono riscontrare soprattutto sull’incarnato dei protagonisti umani. Ma se fate attenzione, in centro al quadro potete trovare accoccolato sui lembi del vestito di Maria un gatto grigio.
La scena sembra un momento di vita quotidiana: Maria sta cullando Gesù e intanto santa Elisabetta insieme a Giovanni e Zaccaria, sta arrivando a rendere omaggio al piccolo.
Gatto con trancio di salmone
L’opera appartiene a Jean-Baptiste-Siméon Chardin e ci porta in tutta un’altra dimensione rispetto a quella religiosa e sacra vista fino ad ora, ovvero ci porta nella dimensione della realtà in cui il gatto è un semplice gatto.
In questo caso è un gatto affamato che spera di riuscire ad assaggiare un pezzo del salmone che è stato lasciato sul tavolo probabilmente dai suoi padroni.
La ragazza con gatto nero
Giovanni Boldini nell’Ottocento ci dà un assaggio di come il gatto sia diventato a tutti gli effetti un membro della famiglia, infatti l’opera denota un certo sentimentalismo vittoriano.
La sua padroncina lo tiene in braccio in modo dolce, come se volesse mostrarlo a noi che osserviamo il quadro. Anche Renoir e Manet rappresenteranno il gatto sotto questa luce, ovvero sottolineando il ruolo sempre più importante dell’animale a livello familiare.
In questo quadro è come se il gatto stesso diventasse il vero protagonista, guardandoci con i suoi occhi ipnotici.
Gatto e uccello
Paul Klee rappresenta la faccia in primo piano di un grosso gatto colorato e dal naso a cuore. L’opera è astratta e ben lontana dal realismo di Chardin, ma la sua forza sta proprio nell’esplosione di colori che regala alla vista. Bisogna sottolineare che Paul Klee era anche estremamente affezionato ai suoi gatti, e amava in generale il gatto come animale.
Gli amanti di mia moglie
Nell’opera di Carl Kahler i protagonisti sono solo ed esclusivamente i gatti della signora Kate Birdsall Johnson, che aveva la bellezza di 350 gatti di cui si occupava un’intera squadra di camerieri.
Nel quadro però ne sono rappresentati “solo” 42, probabilmente i preferiti della donna. Il marito di Kate contattò Carl, chiedendo al pittore di dedicarsi per ben tre anni a ritrarre quelli che probabilmente lui stesso aveva definito “gli amanti” di sua moglie.
Gatto che cattura uccello
Pablo Picasso mette in mostra il lato da predatore del gatto: l’animale sta cacciando e non si trova all’interno delle mura di casa servito e riverito da fanciulle e maggiordomi. Ci mostra, quindi, un lato quasi più crudele e selvatico del gatto, che nelle opere precedenti non eravamo abituati a vedere.
Conclusioni
Il gatto nella storia dell’arte ha rivestito molti ruoli: da quello più sacro a quello ingannevole, da quello di fedele amico di casa da coccolare, a predatore. Possiamo dire che, proprio come il cane, si sia ritagliato uno spazio tutto suo nelle rappresentazioni pittoriche.
Se il cane però rappresentava fedeltà e un compagno dell’uomo a tutto tondo, in grado di seguirlo a caccia o proteggere la casa, il gatto ci viene raccontato più come una sorta di protettore del focolare domestico, più serafico e meno coinvolto. Anzi, se vogliamo ben notare, il gatto è più associato alla figura femminile, come se a sua volta fosse più delicato del cane. Ovviamente per tutti tranne che per Picasso, che invece ne apprezza i tratti più selvatici.
Testimoni silenziosi della vita quotidiana e intima che scorre nelle stanze delle dimore vittoriane, i gatti diventano dei custodi dei segreti delle donne e degli uomini che tendono ad osservare con distacco e superbia dal loro angolo.
Chiudiamo con una frase di Hemingway che fa riflettere sull’effettiva capacità dei gatti di rimanere spettatori silenziosi del trambusto della vita:
Ai gatti riesce senza fatica ciò che resta negato all’uomo: attraversare la vita senza fare rumore.
-Ernest Hemingway