“L’architettura è un cristallo”, diceva, riferendosi alla preziosità di quest’arte e ancora afferamava: “L’architettura è un’interpretazione della vita. La più grande emozione architettonica è la scoperta della semplicità“
Gio Ponti è stato un architetto, designer e artista italiano di grande importanza nel panorama dell’arte del XX secolo e uno dei massimi divulgatori del Made in Italy. Negli anni Venti divenne direttore artistico della Richard Ginori. Ha avuto una carriera prolifica e influente, che ha spaziato dall’architettura all’arredamento, dalla ceramica all’illustrazione. Gio Ponti ha progettato numerosi edifici iconici, non solo in Italia ma anche all’estero. Uno dei suoi lavori più celebri è il Grattacielo Pirelli a Milano (1956-1960), simbolo della città e capolavoro dell’architettura moderna. L’artista fu uno dei protagonisti delle Biennali di Monza, ha collaborato con le Triennali di Milano e ha partecipato a eventi come Italy at Work.
“Non è il cemento, non è il legno, non è la pietra, non è l’acciaio, non è il vetro l’elemento più resistente. Il materiale più resistente nell’edilizia è l’arte“, diceva Ponti.
Giovanni Ponti, detto Gio, nasce a Milano il 18 novembre 1891. Dopo aver frequentato il liceo classico si iscrive alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano e riesce a laurearsi soltanto dopo la fine della prima guerra mondiale. Instaura un legame speciale con Emilio Lancia, con il quale nel 1927 apre il suo primo studio a Milano. Nel 1921 sposa Giulia Vimercati da cui ebbe quattro figli e progettò personalmente la sua casa a Milano. Dal 1923 fino al 1938 collabora con la manifattura Richard-Ginori, realizzando ceramiche che sono state esposte in tutto il mondo. La sua carriera è stata caratterizzata da una particolare versatilità e da un impegno incessante nella ricerca dell’innovazione.
Nel 1941, divenne professore al Politecnico di Milano, dove insegnò fino al 1961. Tra il 1950 e il 1951 partecipò alla mostra Her Renaissance in Design Today che si svolse negli Stati Uniti.
Ponti ha ideato mobili, lampade e oggetti di uso quotidiano, tra i suoi progetti più noti ci sono la sedia Superleggera (1957) prodotta da Cassina, un esempio perfetto di leggerezza e resistenza. L’artista è stato anche fondatore della rivista Domus grazie alla quale promuoveva il modernismo e nuove idee nel design e nell’architettura. Negli anni Sessanta e Settanta lavorò su progetti come il Museo dell’Arte di Denver (1971) e il Complesso degli Uffici Ministeriali a Islamabad.
La sua attività negli anni è rimasta sempre variegata, concentrandosi su ogni aspetto del design, dall’architettura agli arredi, dalle ceramiche alle arti decorative. Gio Ponti morì il 16 settembre 1979 a Milano, lasciando un’eredità immensa nel campo dell’architettura e del design. La sua influenza resiste ancora oggi, con le sue opere che continuano a essere esposte in musei e collezioni di tutto il mondo. “L’architettura è un cristallo”, diceva, riferendosi alla preziosità di quest’arte e ancora afferamava: “L’architettura è un’interpretazione della vita. La più grande emozione architettonica è la scoperta della semplicità“. Ponti celebrava la semplicità come la più alta forma di eleganza e bellezza, una qualità che cercava di raggiungere nei suoi progetti.
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