Arte

Alla scoperta dell’arte di El Greco

El Greco aveva la tendenza di allungare la figura umana nei suoi dipinti, come era solito fare anche Michelangelo. Artisti modernisti come Pablo Picasso e Jackson Pollock hanno trovato ispirazione nel suo stile

El Greco, il cui vero nome era Dominikos Theotokopoulos, è stato un pittore, scultore e architetto di origine greca, attivo principalmente in Spagna durante il periodo del tardo Rinascimento. Il suo lavoro visionario è considerato pieno di genialità, originalità e innovazione. El Greco fu anche ritrattista, noto per l’energia realistica delle figure e per catturare efficacemente il carattere del soggetto. L’artista è celebre per il suo stile pittorico unico in cui combinava elementi dell’arte bizantina con le tendenze del manierismo e del rinascimento europeo. Secondo lo storico dell’arte Keith Christiansen del Metropolitan Museum of Art di New York, “nessun altro grande artista occidentale si è mosso mentalmente, come ha fatto El Greco, dal mondo piatto e simbolico delle icone bizantine alla visione umanistica e globale della pittura rinascimentale, e poi verso un’arte prevalentemente concettuale”.

Chi era Dominikos Theotokopoulos, conosciuto come “El Greco”

El Greco nacque il 1 ottobre 1541 a Creta, dove ha trascorso gran parte della sua vita. Qui studiò arte e lavorò principalmente come pittore di icone. Intorno al 1567, El Greco si trasferì a Venezia, dove fu influenzato da grandi maestri del Rinascimento italiano come Tiziano e Tintoretto. Successivamente, si recò a Roma, dove fu influenzato dal lavoro di Michelangelo e lì gestì il suo proprio atelier. 

In Italia si avvicinò molto al Rinascimento veneziano, soprattutto nell’uso di colori ricchi e di composizioni prospettiche. L’artista si trasferì poi a Toledo, in Spagna, dove trascorse il resto della sua vita. Qui ricevette importanti commissioni e realizzò molte opere religiose e ritratti. Fu probabilmente in Italia che fu soprannominato per la prima volta “il Greco”, per poi diventare “El Greco” in Spagna. Α Toledo strinse amicizia con i fratelli Luis e Diego de Castilla, chierici spagnoli che probabilmente aveva conosciuto in Italia.

El Greco | Artepassante.it

El Greco ricevette due commissioni da Filippo II alla fine degli anni 1570: l’Adorazione del Santo Nome di Gesù (1577–1579) e Il Martirio di San Maurizio ( 1580-1582), tuttavia il monarca non fu soddisfatto di nessuno dei due dipinti.

Tra i suoi lavori più celebri ci sono “La sepoltura del conte di Orgaz” (1586-1588), che unisce elementi terrestri e celestiali in una narrazione spirituale, “Il cavaliere con la mano sul petto” (1580), un ritratto che esprime la profondità psicologica del soggetto, il Cardinale Fernando Niño de Guevara (1600) e Fray Felix Hortensi Paravicino (1609). Harold Wethey, storico dell’arte e studioso di El Greco, ha osservato che l’artista era “il rappresentante visivo più vitale del misticismo spagnolo”. “A causa della combinazione di queste tre culture, si è sviluppato in un artista così individuale che non appartiene a nessuna scuola convenzionale, ma è un genio solitario di potere emotivo e immaginazione senza precedenti”, continuava Wethey.

Lo stile dell’artista

L’artista aveva la tendenza di allungare la figura umana nei suoi dipinti, come era solito fare anche Michelangelo. Anche l’utilizzo di colori vivaci e di una composizione dinamica rendono i suoi lavori riconoscibili. Il suo stile era in contrasto con il realismo che dominava l’arte spagnola dell’epoca e inizialmente, infatti, fu accolto con alcune critiche.

Nel XIX e XX secolo, artisti modernisti come Pablo Picasso e Jackson Pollock hanno trovato ispirazione nel suo uso espressivo del colore e della forma. All’inizio del 1614, Theotokopoulos si ammalò gravemente e morì il 7 aprile, all’età di 73 anni. Fu sepolto nella chiesa di Santo Domingo el Antiguo. Il pittore è oggi riconosciuto come uno degli artisti più importanti del Rinascimento europeo. La sua arte ha avuto un impatto duraturo sull’arte occidentale.

Il Tardo Rinascimento

Il Tardo Rinascimento è quel movimento artistico che si è sviluppato dalla metà del XVI secolo fino all’inizio del XVII secolo e rappresenta un periodo di transizione tra l’Alto Rinascimento e il Barocco. Questo periodo è spesso associato al Manierismo, nato dallo stile e gli studi di artisti importanti come Leonardo da Vinci, Michelangelo e Raffaello. Questi enfatizzavano l’arte e la tecnica piuttosto che la naturalità e l’armonia. Artisti come El Greco e Caravaggio sentirono il bisogno di enfatizzare i temi religiosi e la creazione di opere che ispirassero la devozione e la fede. El Greco con il suo stile unico combinava influenze bizantine, manieriste e rinascimentali per creare opere profondamente espressive e spirituali. Il Tardo Rinascimento fu un periodo di grandi cambiamenti e innovazioni con approcci nuovi che riflettevano le complesse dinamiche religiose e culturali dell’epoca.

Il termine “manierismo” deriva dalla parola italiana “maniera,” che significa stile o maniera, e si riferisce all’elaborazione stilistica che caratterizzano questo periodo. Una delle caratteristiche distintive del Manierismo è l’uso di proporzioni esagerate e figure allungate che suggeriscono una certa artificiosità. L’uso dello spazio è spesso irregolare e la prospettiva è spesso distorta.

Cosa dicevano di lui

Lo storico dell’arte Ephi Foundoulaki diceva che l’opera di El Greco “divenne lo strumento prezioso di un nuovo approccio all’arte moderna, agendo da ‘agente rivelatore’” per impressionisti, simbolisti, modernisti ed espressionisti. Foundoulaki trovava la sua opera “complessa, diversa, singolare e contraddittoria, si apre a varie interpretazioni. La deformazione della forma umana, […] i valori contrastanti di colore e forma […], il forte ritmo di linee spezzate, sono alcuni degli elementi formali che i pittori moderni hanno individuato nella sua opera e che spesso hanno adottato, considerandolo un pittore ‘moderno’ e invitandolo a partecipare al dibattito sull’arte del loro tempo. È così che si sta plasmando l’universalità dell’arte di El Greco”.

In un sonetto dedicato al pittore dopo la sua morte, il monaco Hortensio Félix Paravicino lo paragonò al leggendario pittore ellenistico Apelle e scrisse che “Creta gli diede la vita e i suoi pennelli, Toledo [gli diede] un patria migliore, dove comincia a raggiungere l’eternità attraverso la morte”.

Julius Meier-Graefe ha scritto su Theotokopoulos che “tutte le generazioni che seguono dopo di lui vivono nel suo regno”. Roger Fry descrisse El Greco nel 1920 come “un vecchio maestro che non è solo moderno, ma in realtà appare molti passi avanti a noi, tornando indietro per indicarci la via”.

Giuliana Presti

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