L’arte riesce a trasmettere una vasta gamma di emozioni, tra cui la paura. Se ami l’horror, amerai anche i prossimi quadri
L’uomo da sempre è attratto dall’orrido e dal grottesco, provando una sorta di piacere che possiamo definire “macabro” per ciò che è spaventoso.
Amiamo tanto i film horror perché fanno leva proprio su questo nostro lato oscuro, ma la verità è che ci piacciono proprio perché siamo dei semplici spettatori di ciò che altre persone stanno vivendo, fortunatamente per finta. Con tutta probabilità, se ci trovassimo a vivere in prima persona situazioni simili ne saremmo molto meno attratti…
In ogni caso, assistere a rappresentazioni spaventose affascina l’uomo da secoli, da prima ancora che esistesse il cinema e i film horror. Quanto descritto fino ad ora ha trovato un terreno fertile in cui fare penetrare le sue radici proprio nell’arte, per poi crescere rigoglioso man mano che il progresso ha portato nel mondo il magico mondo del cinema.
Vediamo allora quali sono i quadri che potrebbero tranquillamente essere paragonati a un fermo immagine di un film horror.
Se parliamo di arte spaventosa, non possiamo non citare il genio Hieronymus Bosch, che con le sue opere ci porta all’interno di mondi paradossali, fatti di creature mostruose, irreali e inimmaginabili.
Nelle sue rappresentazioni degli inferi vediamo anime tormentate da creature raccapriccianti, pronte a seviziarle per l’eternità. Ne sono un esempio “Discesa di Cristo negli inferi” e la terza sezione de “Il giardino delle delizie”, in cui vediamo rappresentato l’Inferno musicale con le sue creature.
Ma anche il caro Johann Heinrich Füssli ha voluto regalarci un incubo tutto suo, pescando addirittura dalla mitologia scandinava. La sua opera che, non per caso, si chiama “The Nightmare” vede come protagonista una fattrice (mare) spaventosa, che con sguardo allucinato guarda verso la povera giovane che sta cercando invano di riposare.
Eppure, il “mare” era anche un demone che secondo la mitologia sedeva sul petto dei dormienti tormentandoli nel sonno. E questo demone lo vediamo eccome seduto sulla giovane, che guarda dritto dritto nella nostra direzione, come se ci avesse scelti come le sue prossime vittime.
Se non solo amate l’horror ma avete una vera e propria predilezione per lo splatter, adorerete “Saturno divora i suoi figli” di Francisco Goya. Si tratta di un quadro che vede rappresentanti proprio Saturno intento a staccare la testa e le membra dei suoi figli, morso dopo morso. L’episodio è tratto dalla mitologia greca e riassume l’atto sconcertante di Saturno, che decise di compiere questo tremendo atto contro natura temendo di essere privato del potere da uno dei suoi figli.
Un altro esempio di quadro particolarmente splatter è sicuramente Giuditta che decapita Oloferne, realizzato da Artemisia Gentileschi, in cui possiamo percepire tutta la crudezza dell’atto, con tanto di sangue che cola copioso dal collo di Oloferne.
Francis Bacon nel 1953 realizzò un quadro che di convenzionale ha decisamente poco, soprattutto se consideriamo che la figura rappresentata è Papa Innocenzo X. Sembra che Bacon si sia ispirato all’omonimo quadro di Velazquez ma vi assicuriamo che la sua versione spiritata ha decisamente poco a che vedere con quella antecedete.
“Ritengo che sia uno dei più grandi ritratti mai realizzati, e per me è diventato una vera ossessione. Compro un libro dopo l’altro con dentro la riproduzione del papa di Velazquez, semplicemente perché mi assilla e apre in me ogni sorta di sensazioni e persino campi di… stavo per dire… immaginazione“.
Così Bacon spiegò la sua ossessione per il ritratto e decise di realizzarne una versione tutta sua, ormai conosciuta nel mondo come “Screaming Pope”. Infatti, il papa viene proprio rappresentato nell’atto di urlare ma non gli bastò un quadro: Bacon realizzò una serie di opere basate sullo stesso soggetto urlante: il papa.
Questa serie è in grado di calare l’osservatore all’interno dell’inferno dell’esistenza, attraverso le urla del Papa che in qualche modo rappresenta l’intera condizione umana.
Perché proprio il papa? Bacon lo ha scelto come simbolo: l’urlo interiore denso di sofferenza, paura, rabbia, dolore, fa cadere la maschera di finta tranquillità e ottimismo che il papa è solito indossare.
Quella che potete ammirare in foto è la versione dipinta nel 1935 e oggi conservata a New York. In questo quadro della serie è possibile notare come il papa urlante giaccia su un trono che in realtà diventa una gabbia che gli impedisce di muoversi, lo sfondo nero sembra volerlo inghiottire e le pennellate azzurre non fanno altro che aumentare la sensazione di trovarci difronte ad un evento paranormale e spaventoso.
In conclusione, possiamo dire che l’arte si dimostra puntualmente un veicolo delle passioni e delle emozioni umane. Attraverso la tela, ogni artista riesce a farci provare ciò che vuole, risvegliando in noi emozioni potentissime senza bisogno di scenografie, colonne sonore o effetti speciali tipici dei migliori film horror.
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