I lavoratori hanno un dubbio costante. A quale età potranno andare in pensione, con quale scivolo e quanto si percepirà.
Il pensiero della pensione è fisso per tanti lavoratori soprattutto quando iniziato ad avere circa 55 anni e si avvicina il momento di lasciare il mondo del lavoro. Quali sono le occasioni di cui approfittare per anticipare il pensionamento?
Il traguardo raggiungibile per la maggior parte dei lavoratori è quello della pensione di vecchiaia ossia 67 anni di età e venti anni di contributi. Chi ha svolto un’attività solo per pochi anni, invece, dovrà attendere i 71 anni di età quando sarà possibile il pensionamento – per i contributivi – con soli cinque anni di contributi maturati dopo il 1996.
Il sistema previdenziale italiano è ricco, poi, di scivoli di pensionamento anticipato con requisiti anagrafici e contributivi differenti. C’è chi potrà lasciare il mondo del lavoro a 60 anni, chi a 63 o 63, alcuni con 36 anni di contributi e altri con 41. Insomma una bella varietà di opportunità, come scegliere quella adatta al proprio profilo. Ma soprattutto, quanto si prenderà di pensione?
Il primo passo per calcolare la pensione
Il lavoratore che riflette sulla pensione deve partire dal regime di appartenenza, retributivo, contributivo o misto. Tutto dipende dal momento in cui si sono iniziati a maturare i contributi (prima o dopo il 1996) ma anche dallo scivolo pensionistico che si intende scegliere. Quota 103 e Opzione Donna, ad esempio, prevedono unicamente il calcolo contributivo indipendentemente da quando si sono versati i contributi.
Tra i tre sistemi quello retributivo è il più vantaggioso basandosi sulla retribuzione ma andrà a sparire. A breve solo il contributivo sarà ammesso e ciò comporterà un assegno inferiore rispetto a quello che si avrebbe avuto appartenendo al sistema retributivo. Si basa, infatti, sul montante contributivo e sui coefficienti di trasformazione che dipendono dall’età al momento del pensionamento. Più si aspetta, più il coefficiente sarà vantaggio. Uscire in anticipo, invece, significherà perdere soldi. A 60 anni, ad esempio, il coefficiente è 4,515% mentre a 67 anni, 5,575%.
Una volta stabilito in quale regime si rientra bisognerà considerare il numero dei contributi maturati e l’età compiuta nell’anno in cui si vorrebbe andare in pensione. Come detto per ogni combinazione ci sono scivoli diversi.
Come capire quale sarà quello da scegliere? L’INPS aiuta i lavoratori con “La mia pensione futura”, uno strumento che permette di simulare il calcolo della pensione basato sulla normativa in vigore, quindi sugli scivoli attualmente attivi (quelli non strutturali potrebbero non esistere più quando si vorrà andare in pensione).