Assegno di mantenimento addio, la legge parla chiaro adesso. Basta ci sia questo elemento, e non lo paghi più.
Sono sensazionali le novità per quanto riguarda la separazione che stanno arrivando. Il coniuge costretto a pagare l’assegno di mantenimento non si sa per quanto tempo, non dovrà più farlo se succede questo. Sta, quindi, cambiando la mentalità e questa è una misura non è più vista come una panacea per tutti i mali come un tempo.
Fino a qualche anno fa, chiedere l’assegno di mantenimento era spesso considerato un atto giusto e non solo. Per molto tempo tante donne hanno considerato questa opportunità anche un modo per garantirsi una specie di vitalizio permanente per ripagarsi dei sacrifici fatti nel matrimonio e per la famiglia.
Spesso è stato il caso di donne tradite che per smaltire la loro rabbia e delusione si sono vendicate sugli ex coniugi ottenendo assegni di mantenimento anche piuttosto corposi. Uomini che per diversi anni hanno dovuto pagare alle ex moglie cifre mensili rimanendo in alcuni casi con pochi soldi e chiedendo aiuto alle nuove compagne. Tutto questo oggi è cambiato, ecco come.
Fino a poco tempo fa, l’assegno di mantenimento poteva anche essere considerato una condanna a vita per il coniuge costretto per legge a elargirlo. Soltanto se, infatti, esso cadeva in disgrazia e non poteva più versarlo all’ex partner, quest’ultimo poteva rivolgersi al tribunale per vedersi riconosciuto questo diritto e chiedere la condanna del partner per mancato pagamento.
Adesso la legge cambia e passa a tutelare anche il coniuge che deve elargire l’assegno di mantenimento. Stiamo parlando sempre di un diritto che rimane sacrosanto ma che non può essere per sempre. Infatti, percepire questo assegno significa anche dover rimanere sempre nelle stesse condizioni economiche di bisogno.
Questo, quindi, non può intendersi un diritto per sempre almeno che il soggetto che lo percepisce non abbia delle problematiche di salute che gli impediscano di potersi trovare un’idonea occupazione. Al momento non c’è un limite massimo di tempo che riguardi l’elargizione di questo tipo di assegno.
Quello che è certo è che se il coniuge che riceve questo diritto dovesse cambiare il suo status economico migliorandolo, il giudice potrebbe revocargli l’assegno di mantenimento liberando l’ex coniuge da questa incombenza economica. Il principio che si sta facendo sempre più largo è quello di considerare l’assegno di mantenimento come una forma di sostegno momentaneo.
Il giudice in sede di divorzio deve perciò stabilire quale sia il coniuge più debole dal punto di vista economico e stabilire che riceva dall’ex partner l’assegno di mantenimento. La sicurezza di questa cifra mensile deve consentire al beneficiario di adattarsi alla sua nuova vita e raggiungere così la sua autonomia economica.
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