De Stijl: il movimento artistico che voleva riordinare il mondo

Secondo gli artisti del movimento De Stijl, l’arte poteva aiutare il mondo ad uscire dal caos della guerra

Per capire in profondità il movimento chiamato De Stijl, ovvero “Lo Stile” dobbiamo cominciare raccontando il momento storico in cui ha preso piede, ovvero agli sgoccioli della Prima Guerra Mondiale, nel 1917.

La rivista omonima, che è servita come vero e proprio veicolo dei valori artistici del movimento, venne pubblicata per la prima volta quell’anno per opera dei due fondatori del movimento: Theo van Doesburg e Piet Mondrian.

Rivista De Stijl
Rivista De Stijl – artepassante.it

In un mondo caotico, dilaniato da guerra, morte e distruzione, le persone avevano bisogno di ordine, di linee rigide, pulite, confortanti.

L’Arte, secondo gli artisti di questo movimento, aveva il compito di ricordare alle persone come fosse una vita senza caos e concedere loro l’occasione di riprenderne il controllo. Ecco perché ogni quadro era caratterizzato da forme geometriche pulite e colori primari. 

Ecco come viene descritta questa missione all’interno della rivista:

“Quando il pubblico è in ritardo rispetto all’arte, è compito degli uomini di mestiere risvegliare nei profani il sentimento del bello. L’artista […] ha una doppia missione da compiere. Innanzi tutto, produrre opere d’arte plasticamente pure; poi rendere il pubblico disponibile a quest’arte pura

Il neoplasticismo del De Stijl

L’arte di questo movimento è caratterizzata da una forte plasticità, una caratteristica che solitamente si ricerca nelle sculture, ma che ben si presta per poter descrivere le opere del De Stijl.

Per neoplasticismo intendiamo la capacità di sviluppare una forma nello spazio, creare una sorta di spazio astratto e tridimensionale all’interno del quadro, in cui l’osservatore può immergersi e ritrovare quell’ordine che nella vita non riesce più a raggiungere. 

“Nella poetica neo-plastica è estetico il puro atto costruttivo: combinare una verticale e una orizzontale oppure due colori elementari è già costruzione. È il principio in cui credono ugualmente un pittore come Mondrian, uno scultore come Vantongerloo, architetti come G. T. Rietveld, J. J. Oud, C. van Eesteren.”

-Giulio Carlo Argan

Con Neoplasticismo, Mondrian intendeva l’esigenza di rappresentare nell’arte solo linee rette verticali e orizzontali, respingendo “pennellate emozionali” o linee curve, per preservare un rigore plastico, pulito e puro.

Ecco perché anche i colori non vengono mescolati tra loro, ma si utilizzano solo colori primari.

In poche parole, i quadri degli artisti del movimento De Stijl, sono un nido confortevole in cui trovare riparo dal caos della vita, una risorsa da cui prendere spunto per poter ristabilire un equilibrio nella società dopo la guerra. 

La plasticità, l’astrazione, il rigore, la misura e l’utilizzo sempre degli stessi colori primari, sono i pilastri su cui il movimento ha fondato la propria arte e si possono riscontrare anche in alcune opere architettoniche e di design dell’epoca. Ad esempio, nel disegno industriale Rietveld decise di realizzare arredi e mobili seguendo questo stile, come Sedia rossa e blu, realizzata nel 1918.

De Stijl e Neoplatonismo

Il Neoplatonismo è un’interpretazione del pensiero di Platone che risale all’età ellenistica, che viene largamente ripresa dagli artisti del De Stijl.

Nel Neoplatonismo, la geometria ha un ruolo importante come strumento per comprendere l’ordine e la struttura dell’universo e per rappresentare simbolicamente i concetti metafisici.  Attraverso lo studio e la contemplazione della geometria, i neoplatonici cercavano di purificare la mente dalle illusioni sensoriali e di accedere a una comprensione più profonda della realtà.

Lo stesso avviene attraverso i quadri del movimento De Stijl, in cui osservando forme geometriche rigorose e nitide ci si può sollevare dalla realtà ed entrare in contatto con una nuova dimensione pulita e ordinata-

Regole troppo rigide da rispettare

Alcuni artisti che originariamente facevano parte del movimento De Stijl a un certo punto cominciarono a rompere gli schemi troppo rigidi del movimento e declinare i fondamenti di base in versioni più personali. Ne è un esempio Van Doesburg, che inserì delle linee diagonali per aumentare la dinamicità delle opere. Per questo l’artista fu costretto ad abbandonare il movimento.

Mondrian, invece, non rinnegò mai il suo stile, e rimase sempre coerente con i suoi principi di ordine e rigore. 

Quadro I Mondrian
Quadro I, Mondrian – artepassante.it

In Quadro I (anche il nome dei quadri veniva privato da qualsiasi tipo di connotazione creativa, come se in qualche modo anche il titolo dovesse risultare più freddo, pulito e ordinato, quasi schematico), possiamo notare diverse gradazioni dei colori, che non vengono utilizzati puri al 100% ma vengono disposti secondo gradiente, per ottenere delle tonalità più calde o più fredde del medesimo colore. Nel caso di Quadro I queste gradazioni servono ad esprimere una tensione tra diverse forze spirituali.

L’evoluzione dell’arte di Mondrian

Nel 1940 nel mondo si respirava la paura della Seconda Guerra Mondiale, e lo stesso Mondrian decise di trasferirsi a New York e lasciare l’Europa.

Qui, qualcosa nella sua arte cambia, infatti la caratteristica linea nera che utilizzava per suddividere in modo netto e deciso i suoi quadri, viene sostituita da una linea a sua volta composta da colori.

Ne è un esempio Broadway Boogie Woogie, un’opera più dinamica delle precedenti, in cui i rettangoli sembrano muoversi all’interno del quadro.

Broadway Boogie Woogie, Mondrian
Broadway Boogie Woogie, Mondrian – artepassante.it

Possiamo dire che il movimento terminò di esistere quando un po’ tutti gli artisti che ne facevano parte, cominciarono a farsi influenzare da nuove correnti artistiche internazionali, facendo evolvere la loro arte, senza mai rinnegare però le loro origini e gli ideali su cui avevano sempre basato le loro opere.

L’Arte è sempre figlia del suo tempo e questo vale per qualsiasi periodo storico. Da un lato può rappresentare la sublimazione di un’epoca, dall’altro la via di fuga perfetta dell’epoca stessa.

L’Arte è un modo per le persone di poter osservare la vita in modo diverso, trovare un rifugio, capire meglio la contemporaneità che si trovano a vivere e guardarla da un punto di vista differente.

Il De Stijl è un esempio chiaro di quanto l’Arte possa contrapporsi alla realtà e possa fungere da musa ispiratrice, spingendo l’osservatore a rubare un po’ di quella dimensione astratta e perfetta che si trova oltre la tela, e portarla nella vita reale e ridonarle un’ordine, una logica e una semplicità che sembravano perse per sempre.

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