I Preraffaelliti hanno rivoluzionato l’arte vittoriana. Ecco le caratteristiche del movimento artistico e i significati simbolici delle opere
Per “Preraffaelliti” si intende un movimento artistico britannico risalente al XIX secolo. Il cuore pulsante di questo movimento era una profonda tendenza al cambiamento, alla rottura degli schemi accademici dominanti dell’epoca, a favore di una maggiore espressione artistica, che si rifaceva all’arte antecedente a Raffaello Sanzio.
Scopriamo di più si di loro e sull’importante contributo che hanno dato alla storia dell’arte.
Questo movimento artistico venne fondato nel 1848 da un gruppo formato da Dante Gabriel Rossetti, William Holman Hunt e John Everett MIllais.
Il gruppo di giovani artisti era spinto dal desiderio di rivitalizzare la pittura dell’epoca considerata troppo finta e fredda, e riscaldarla con una nuova sincerità.
Questi pittori erano molto uniti tra di loro, condividevano idee, tecniche, valori e ideali, tanto che possiamo definire questo movimento una Confraternita.
Come abbiamo detto, l’obiettivo dei Preraffaelliti era quello di tornare all’arte che esisteva prima dell’arrivo di Raffaello Sanzio. Infatti, la decadenza dell’arte, secondo loro, era da attribuire all’arrivo di Raffaello e dei suoi schemi rigidi.
Il gruppo di pittori prese ispirazione principalmente dalla letteratura, dalla poesia e dalla religione, recuperando anche opere letterarie medievali, la mitologia classica e i testi sacri. Tanto che l’arte Preraffaellita può essere anche vista come una sorta di sposalizio tra arte e letteratura, un’unione destinata a durare per sempre.
All’interno dei loro quadri si possono individuare assonanze con il Simbolismo e l’Art Nouveau, ma anche aspetti più romantici e decadentisti.
Dante Alighieri ha ispirato in larga misura questo movimento artistico e in generale anche il Dolce Stil Novo, soprattutto per quanto riguarda l’ideologia della donna angelo.
I Preraffaelliti, infatti, tendevano a rappresentare la donna come una figura salvifica, eterea e perfetta, ovvero come una creatura angelica che richiama proprio questo periodo letterario e lo stesso poema allegorico-didascalico di Dante, dove Beatrice funge proprio da donna-angelo.
Ecco come due tra i fondatori del movimento artistico preraffaellita, hanno scelto di rappresentare la figura femminile all’interno delle loro opere.
Millais, uno dei fondatori del movimento, decise di lasciarsi ispirare da Shakespeare, riproponendo uno dei principali personaggi femminili della tragedia Amleto, composta tra il 1600 e il 1602 dal famoso drammaturgo e poeta inglese.
Ofelia, all’intento della tragedia viene descritta come una giovane donna fragile e sensibile, afflitta dalla perdita e dal dolore. Il suo tragico destino si compie quando, dopo essere stata manipolata e abbandonata da Amleto, subisce una profonda crisi emotiva che la conduce alla follia.
Nella sua pazzia, Ofelia si ritira in solitudine e, mentre cerca di raccogliere fiori presso un ruscello, cade accidentalmente nell’acqua e annega.
Millais ci mostra proprio questo evento tragico, ma il volto della giovane e il suo fluttuare nell’acqua, in qualche modo ci ricorda la donna-angelo.
Dante Rossetti scegli di lasciarsi ispirare dalla Divina Commedia e di dedicare addirittura un’opera alla sua protagonista femminile più importante: Beatrice, ovvero la donna-angelo per antonomasia.
In quest’opera la donna però ha anche qualcosa di terreno: la sua espressione, la sua postura, i colori caldi alle sue spalle richiamano la passione, come se Beatrice avesse una duplice natura: donna angelo e donna fatale e irresistibile. In più, la colomba rossa porta a Beatrice un papavero, simbolo di passione ma anche di morte.
Pare che quest’opera non sia stata realizzata per caso da Rossetti, ma che fu ispirata da un evento tragico che colpì nel profondo l’animo dell’artista: il suicidio di sua moglie, che era solita posare per lui.
A fare la differenza nell’arte preraffaellita sono i dettagli. Il gruppo di pittori impiegava molto tempo a realizzare ogni opera, proprio perché ognuno di loro aveva a cuore la cura per i dettagli e applicava un’attenzione minuziosa per i particolari: dai fili d’erba disegnati uno per uno, alle onde morbide e scomposte della chioma delle protagoniste femminili.
Questa cura e precisione, consentiva loro di dare vita ad opere realistiche, che si discostavano di molto dal resto dell’arte vittoriana dell’epoca, che inizialmente non volle avvicinarsi alla loro visione di arte.
Ma, piano piano, la critica cominciò ad apprezzarne la tecnica, il colore e il valore simbolico delle opere preraffaellite, tanto che la loro influenza si estese anche in ambito letterario e architettonico.
Ogni quadro di questo movimento artistico, nasconde un’ allegoria e un valore simbolico da leggere tra le righe, o meglio: tra le pennellate.
Nelle opere preraffaellite venivano rappresentati amore, morte, speranza, nostalgia, spiritualità e natura, senza mai trascurare gli aspetti più realistici e minuziosi. Infatti, erano proprio questi a veicolare il messaggio allegorico con maggior potenza.
Un aspetto importante dell’arte preraffaellita è anche la resa della luce, capace di mettere in risalto i dettagli delle opere e di evidenziare ancora di più il significato allegorico nascosto, attraverso il gioco di luci e di ombre.
I Preraffaelliti sono riusciti a riportare l’emotività, la passione, il simbolismo e il mito all’interno dei quadri, intingendo il pennello in alcune delle opere più importanti che siano mai state scritte, come l’Amleto di Shakespeare e la Divina Commedia di Dante.
Questo mescolarsi di ambiti artistici, ha fatto in modo che l’arte preraffaellita risvegliasse i cuori intorpiditi del pubblico, facendoli tornare a battere, spinti da nuove emozioni.
Lo stesso John Ruskin dovette ricredersi sulla loro arte e nel 1851 scrisse un saggio intitolato Preraphaelitism, che decretò la fortuna di questo movimento artistico.
Nel saggio, il critico d’arte, annoverava la loro pittura nell’arte moderna e confrontava le loro tecniche pittoriche con quelle di William Turner, il famoso pittore e incisore romantico inglese, anche soprannominato “pittore della luce”.
Per concludere, ecco come Ernst Gombrich, storico dell’arte vissuto tra il 1909 e il 2001, descrive l’Arte Preraffaellita:
“Se l’arte doveva essere riformata, era necessario risalire oltre Raffaello, al tempo in cui gli artisti erano artefici «probi agli occhi di Dio», facevano del loro meglio per copiare la natura, senza preoccuparsi della gloria terrena ma solo della gloria divina. Pensando che l’arte si fosse inquinata con Raffaello e che stesse a loro di tornare all’età della fede, questo gruppo di amici si chiamò «Confraternita preraffaellita».”
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