Arte

Katsushika Hokusai: ecco le opere dell’artista giapponese

La vita e le opere le opere più importanti di Katsushika Hokusai, uno degli artisti più celebri del Giappone, famoso per la Grande Onda

Katsushika Hokusai (1760-1849) è considerato uno degli artisti giapponesi più celebri della storia: pittore e incisore di elevato talento e qualità, nei suoi lavori Hokusai ritrasse i paesaggi, le persone, la società e i costumi del Giappone tra il XVIII e il XIX secolo, periodo della restaurazione Meiji.

Hokusai divenne noto principalmente per le sue stampe eccezionali in stile ukiyo-é, che in giapponese significa ”immagini del mondo fluttuante”. Ma la produzione artistica di Hokusai abbracciava anche l’ambito della pittura, della grafica e dell’illustrazione.

Piccola curiosità: un costume molto frequente in Giappone, non solo tra gli artisti, era quello di cambiare il proprio nome in base alle svolte della vita.

Hokusai nacque il 31 ottobre a Edo nel 1760 e il suo nome d’infanzia era Tokitarō. Al di là dei dubbi sulle vere origini dell’artista, i suoi primi anni Hokusai li trascorse con Nakajima Ise (XVIII secolo), un pulitore di specchi servitore dello shogun Tokugawa.

Negli anni dell’adolescenza Hokusai cambiò per la prima volta il suo nome da Tokitarō a Tezsuzō (“magazzino del ferro”), lavorando come fattorino di una biblioteca. Verso i quattordici anni fu preso come apprendista in un laboratorio di intaglio xilografico, dove mostrò subito il suo talento.

Nel 1778 Hokusai frequentò la scuola Katsukawa, divenendo allievo di Katsukawa Shunshō (1726-1793), uno dei più importanti artisti dell’ukiyo-é. Nel 1779 Hokusai iniziò a firmarsi Shunrō (“splendore di primavera”), assumendo nell’atelier progressivamente un ruolo sempre più centrale.

Le opere realizzate da Hokusai nel periodo Shunrō avevano i tratti stilistici della scuola Katsukawa:

  • l’enfasi sulle espressioni facciali colte in una situazione drammatica;
  • la saldezza delle pose;
  • l’ambientazione scevra da dettagli naturalistici

In questa fase Hokusai realizzò più di 200 lavori tra stampe a colori, disegni, dipinti nonché anche kibyōshiegoyomi e surimono. Queste opere avevano perlopiù soggetti teatrali e alcune scene di vita quotidiana.

Il periodo Shunrō di Hokusai terminò nel 1794, insieme al suo periodo alla Katsukawa. Nel 1797 egli prese il nome di Sōri, assumendolo dal nuovo maestro Tawaraya Sōri (1730 ca – 1790 ca). In questa fase Hokusai si misurò con i temi paesaggistici, come la Primavera a Enoshima (1797).

Primavera a Enoshima, opera di Hokusai – Wikimedia Commons – Artepassante.it

Hokusai nel suo periodo da Sōri ebbe pennellate di contorno calligrafiche e una cromia sontuosa e raffinata. Un esempio è Donna e ragazza con cannocchiale (1798 ca), dove si notano gli influssi dell’opera di Ogata Kōrin (1658-1716) e degli stilemi della scuola Kanō.

Nel 1798 Hokusai abbandonò la Tawaraya per diventare un’artista indipendente: egli fondò la propria bottega chiamandola appunto Hokusai (“studio del nord”). Il periodo Hokusai, tra il 1798 e il 1810, fu il momento più fecondo del maestro, sia dal punto di vista artistico che produttivo.

Nel periodo Hokusai, il maestro mostrò una maggiore attenzione nella caratterizzazione psicologica delle figure, inserendole in degli ambienti naturalistici o paesaggistici. Importante fu l’incontro con le stampe di vedute all’olandese, introducendo così la prospettiva di tipo occidentale.

Mentre, dal 1810 al 1820, il maestrò lasciò il suo nome di Hokusai assumendo quello di Taito: in questo periodo, trasferitosi a Nagoya, si concetrò per lo più sulla realizzazione di disegni e di illustrazioni per i manga e per dei manuali didattici. Questi lavori valsero a Hokusai la fama anche al di fuori di Edo.

Nel periodo Taito, Hokusai non ebbe particolari sviluppi stilistici, mentre in quello Iitsu ci fu una vera e propria evoluzione: oltre a sperimentare un’ampia policromia, Hokusai approfondì la rappresentazione naturalistica e paesaggistica, infondendo delle intonazioni di idealità e liricità.

Per dare un’ulteriore svolta alla sua carriera artistica, nel 1819 Hokusai prese il nuovo nome di Iitsu (“nuovamente uno”) fino al 1834. Fu proprio in questa fase che Hokusai realizzò la serie che lo renderà celebre, ossia le Trentasei vedute del Monte Fuji (1826-1833), dove figura la famosa Grande onda (1830-1831).

Compiuti i settantacinque anni d’età nel 1834, Hokusai entrò nel suo ultimo periodo col nome di Manji, che si portò fino alla fine, ossia nel 1849. Il maestro seguitò a lavorare eseguendo diverse serie paesaggistiche e molti libri illustrati.

In questo periodo Hokusai approfondì la ricerca fisionomica degli animali e degli umani da una parte caratterizzandoli sempre di più e dall’altro invertendo le loro espressioni facciali.

Gli ultimi anni di Hokusai furono avversi e difficili, ma nonostante fosse impossibilitato a muoversi, l’anziano maestro continuò a dipingere opere come Scimmia addestrata che mangia pesche rubate (1848), firmandosi pennello di Manji il vecchio pazzo per la pittura all’età di novant’anni. Morì il 10 maggio 1849.

Nella sua variegata produzione artistica, che vanta circa un migliaio di opere, Hokusai ebbe modo di confrontarsi con una vasta varietà di tematiche e di soggetti.

Molte stampe del maestro riproducono scene e personaggi della vita quotidiana, ossia i gusti volubili e le mode passeggere dei giapponesi durante il periodo Edo (1630-1868). Per esempio la serie del Chushingura (1806).

Le Trentasei vedute del Monte Fuji (1826-1833), le Otto vedute delle isole Ryu kyu (1833), le Mille immagini del mare (1833-1834), il Viaggio tra le cascate giapponesi (1833-1834), sono solo alcune delle serie in cui Hokusai mostrò la sua passione per i paesaggi naturalistici.

L’attenzione del maestro nei confronti della natura investiva sia i fiori, come dimostra la serie Grandi fiori e Piccoli fiori (1832) che gli animali, in particolare quelli fantastici, come la Fenice (1842-1845).

Infine piccola curiosità: i manga, famosi fumetti giapponesi, prendono origine dai bozzetti disegnati e pubblicati da Hokusai in tredici piccoli volumi dal 1814 al 1849, noti con il nome di Hokusai manga (schizzi sparsi di Hokusai).

In questi bozzetti, realizzati per lo studio sui movimenti dei corpi, l’artista giapponese illustrava scene di vita quotidiana e personaggi e animali ripresi in pose e in attività insolite. Questi manga furono poi imitati per anni dai discepoli di Hokusai.

Giulia De Sanctis

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