Albrecht Dürer è una delle figure più interessanti dell’arte rinascimentale, ecco chi era e quali sono le sue opere più rappresentative
Il pittore e incisore Albrecht Dürer, nato del 1471 a Norimberga, è stato uno dei più importanti esponenti dell’arte tedesca rinascimentale.
Il periodo della vita trascorso in Italia, attorno al 1494, ha influenzato moltissimo l’arte di Dürer, sia dal punto di vista tecnico, infatti ha avuto modo di imparare da nientemeno che Leonardo da Vinci e Andrea Mantegna, ma anche a livello filosofico. Durante i suoi anni italiani, infatti, Albrecht Dürer subì il fascino del neoplatonismo che diede alla sua arte una connotazione più esoterica.
Albrecht Dürer viaggiò molto, inseguendo la sua passione per l’arte ovunque lo portasse e ovunque potesse arricchire le sue conoscenze e la sua creatività.
Di ritorno dal viaggio in Italia, Dürer realizzò alcune delle sue incisioni più belle, probabilmente ispirate da tutta la cultura, la bellezza, la filosofia e la tecnica che aveva ammirato nel Bel Paese.
Ma ora andiamo a scoprire quali sono le sette opere più rappresentative di Dürer. Perché quale miglior modo di conoscere un artista se non ricercandolo all’interno delle sue stesse opere?
Le 7 opere più belle di Albrecht Dürer
Il corpus artistico di Albrecht Dürer è sicuramente molto vasto, ma abbiamo deciso di selezionare per voi alcuni esempi che meglio rappresentano il suo stile, per bellezza e complessità.
Giovane Lepre (1502): realismo e cura per i dettagli
In quest’opera possiamo percepire la bravura e la tecnica di Albrecht Dürer nel suo rappresentare con estremo realismo una lepre. Dai dettagli del pelo, alle linee d’espressione dell’animale, fino alla sua ombra, ogni dettaglio compartecipa al farci percepire il piccolo e peloso animale come reale, comodamente appollaiato sopra il foglio. In questo senso, anche La grande zolla, realizzato appena un anno dopo, è un altro esempio dell’estremo realismo artistico di Dürer e della sua minuziosa cura per i dettagli.
Rinoceronte di Dürer (1515): fantasia e voglia di scoprire
Partiamo dal presupposto che Albrecht Dürer non aveva mai visto un rinoceronte.
In questa stampa xilografica, il rinoceronte è un esemplare indiano arrivato a Lisbona all’epoca, che il nostro pittore non aveva visto dal vivo ma di cui aveva sentito a lungo parlare e raccontare, così pensò di ritrarlo nel modo in cui lo immaginava. La stampa ebbe un enorme successo, forse perché un po’ tutti erano curiosi di scoprire come fosse fatto questo celebre animale sconosciuto a quella parte di mondo.
Il cavaliere, la morte e il diavolo (1513): un racconto allegorico
Si tratta di un’incisione a bulino, ovvero realizzata con un piccolo scalpello con una punta di metallo utilizzata per incidere le lastre che venivano poi immerse nell’inchiostro e stampate.
In quest’incisione vediamo un uomo che va alla ricerca della virtù morale ma si imbatte nel diavolo e fa parte delle Misteriche, una serie che compre altre due incisioni incentrare rispettivamente sulla virtù religiosa e sulla virtù intellettuale.
Il cavaliere, grazie alla sua fede, riesce a sconfiggere il diavolo e a voltare le spalle alla morte (la capra), perché non teme la morte e non gli interessa sapere quando dovrà morire.
Ritratto di Hieronymus Holzschuher (1526): quando un volto racconta l’animo
L’uomo rappresentato nell’opera è un senatore di Norimberga che l’artista aveva conosciuto personalmente e forse questo è l’aspetto più interessante del quadro: proprio perché Dürer lo conosceva, è riuscito a rappresentare non solo il suo volto ma anche la sua personalità.
Basta osservare l’espressione dell’uomo per percepire risolutezza e rigore. Il quadro ci ricorda ancora una volta quanto Albrecht Dürer avesse un talento innato nel rappresentare ogni dettaglio, dalle rughe di espressione, ai singoli peli della barba.
I Quattro Cavalieri (1497-1498): il fascino eterno dell’Apocalisse
Questa xilografia fa parte di una serie di incisioni realizzate da Albrecht Dürer in occasione dell’uscita dell’edizione illustrata dell’Apocalisse di Giovanni. Della stampa di questo volume se ne occupò lo stesso Dürer, che decise di realizzare delle illustrazioni a piena pagina per accompagnare la lettura.
L’abilità dell’artista di rappresentare queste scene leggendarie con efficacia e fascino, in singole pagine, mette ancora oggi i brividi e all’epoca fece guadagnare un successo enorme al volume, che spopolò in tutta Europa e raggiunse addirittura la Russia.
“I Quattro Cavalieri” è una delle 15 illustrazioni realizzate per l’Apocalisse di San Giovanni e forse una delle più belle in assoluto. I quattro cavalieri dell’apocalisse avanzano tra nubi, polvere, angeli alati, in sella ai loro destrieri e ci regalano un’immagine perfetta dell’Apocalisse.
Mani in Preghiera (1508): il delicato contatto tra Cielo e Terra
In questo caso abbiamo a che fare con un disegno di due mani in preghiera, ed è un disegno preparatorio realizzato su carta blu creata dallo stesso Dürer. L’opera ci racconta dell’unione tra l’umano e il divino, che avviene con estrema cura e delicatezza, come uno sfiorarsi leggero di mani.
Melencolia I (1514): il lato esoterico di Albrecht Dürer
Quest’opera è rappresentativa dell’esoterismo di Dürer e ricca di simboli che rimandano ad un mondo mistico e alchemico. Le tonalità di bianco e nero esaltano il senso di malinconia che traspare dalla posizione della donna alata in primo piano e dell’animale accucciato vicino ai suoi piedi.
La chiave rappresenta la coscienza dell’uomo che può liberarlo dallo stato malinconico in cui è costretto a vivere, mentre il pipistrello illuminato, sembra sopraggiungere nella scena per spazzare via le tenebre.
Albrecht Dürer amava l’arte in tutte le sue forme, ecco perché non si è mai tirato indietro quando si trattava di provare tecniche differenti come la pittura a olio e l’incisione.
Ma più di tutto Dürer raccontava storie. Era in grado di farlo con un semplice ritratto, mostrandoci la realtà interiore di ogni soggetto che andava a rappresentare su tela, o attraverso illustrazioni, che sono riuscite e rendere giustizia ad uno dei racconti biblici più colossali della storia: l’Apocalisse.
La sua apertura mentale, il suo animo sensibile ed empatico, sono stati l’elemento distintivo in grado di rendere immortale questo artista tedesco, non solo per la sua bravura ed importanza, ma per i messaggi che le sue opere continuano a raccontarci anche a distanza di centinaia di anni.