Angelo Pezzana e il FUORI!: l’anniversario della Stonewall italiana

è il 5 aprile 1972. A Sanremo avviene la prima manifestazione per i diritti LGBTQ+ in Italia organizzata dal FUORI!, tre anni dopo quella newyorkese di Stonewall

Per il 5 aprile 1972 nella cittadina ligure, già nota per ospitare il Festival della Canzone italiana, è atteso un convegno di psicologi. Il Congresso internazionale sulle devianze sessuali sta per riunirsi per discutere delle nuove terapie “di riparazione” sulle persone omosessuali. Alla notizia, si organizza una manifestazione contro il convegno e le idee delle quali questo si fa latore. In testa alla manifestazione, il libraio Angelo Pezzana e lo scrittore e filosofo Mario Mieli. È la prima in Italia a sostegno delle persone omosessuali.

Cosa accadde a Stonewall

I “moti di Stonewall” sono alla base della Storia del movimento omosessuale non solo statunitense. Una vicenda di grande violenza che scosse nel profondo le coscienze e gettò finalmente una luce sulle condizioni di emarginazione delle persone omosessuali.

Nella notte fra il 27 e il 28 giugno 1969 la polizia newyorkese fa irruzione in un club gay di Manhattan, lo Stonewall Inn. Il bar diventa teatro di un massacro. Eppure, al tempo, era la norma. La polizia irrompeva regolarmente nei club gay per le ragioni più disparate, riconducibili però sotto l’etichetta di “comportamenti indecenti”. Le persone omosessuali non potevano baciarsi in pubblico, né potevano vestirsi con abiti attribuiti al sesso opposto. Inoltre, la polizia schedava e a volte diffondeva sui giornali i nomi di coloro i quali fossero presenti nel bar nel momento dell’irruzione. Il clima politico e sociale era già teso, a causa dei moti del Sessantotto e di quelli pacifisti contro la guerra nel Vietnam. Questi coincisero con una crescente organizzazione in seno ai gruppi LGBTQ+. Ci si rese conto che la fin troppo lunga serie di abusi di potere doveva finire.

Quando quella notte la polizia irrompe nel bar, non trova la solita rassegnazione con la quale i proprietari e i lavoratori di questi club accoglievano le frequenti retate. Intorno all’1.20 di notte, otto ufficiali del primo distretto, dei quali solo uno era in uniforme, fecero il loro ingresso allo Stonewall Inn. Molti degli avventori furono in grado di sfuggire all’arresto. Gli unici effettivamente arrestati furono chi non aveva con sé documenti d’identità, chi era vestito con abiti del sesso opposto e alcuni dipendenti.

Esistono diversi resoconti su come si svolsero i fatti. Pare che l’attivista Sylvia Rivera avesse scagliato una bottiglia contro un agente, dopo essere stata pungolata con un manganello. Un’altra versione vede Stormé DeLarverie trascinata verso un’auto di pattuglia opponendo resistenza e incoraggiando la folla a intervenire. A quel punto sembra iniziare la mattanza, con la polizia che impreparata inizia a usare la violenza nei confronti di chiunque, ritirandosi poi all’interno del club. Persino il cantante Dave Van Ronk, che stava passeggiando nella zona, viene afferrato dalla polizia, trascinato nel bar e picchiato. La folla continua l’attacco, tentando si far uscire gli agenti dalla struttura. Nel corso di quella notte molti uomini gay vennero picchiati e 13 vennero arrestati.

 

La situazione sembrò calmarsi, ma la folla ricomparve sul posto la notte successiva, con le violenze che proseguirono fino alle 4 del mattino. Poi, un’ultima notte di violenza si registrò cinque giorni dopo il 28 giugno. In quell’occasione vennero distribuiti volantini che recitavano “Via la mafia e gli sbirri dai bar gay!”. La tolleranza nei confronti delle violenze della polizia era finita.

In tutto, gli agenti presenti erano 400 compresi i rinforzi inviati dal Tactical Patrol Force (addestrata per il Vietnam), a fronte di 2000 persone che componevano il gruppo dei dimostranti, armati di pietre e bottiglie.

Da quella notte, riconosciamo oggi il mese di giugno come quello dedicato al Gay Pride, in ricordo dell’orgoglio (in inglese, pride) dimostrato dai manifestanti contro l’oppressione. Le manifestazioni a sostegno delle persone LGBTQ+ si sono estese e moltiplicate, raggiungendo molti Paesi.

Placca nera commemorativa dei moti di Stonewall con scritte dorate su muro di mattoni
Di Grace.Mahony – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=79945385-artepassante.it

“FUORI!”, la prima associazione LGBTQ+ d’Italia

In Italia, un ambiente più conservatore, essere omosessuale non era solitamente accolto con comprensione da parte delle famiglie e della società. Tuttavia, il crescente disappunto fra i più progressisti nei confronti dell’emarginazione sociale degli omosessuali inizia a generare un dibattito attorno ai loro diritti.

Nel 1970 si riuniscono gruppi di omosessuali di Milano, Torino, Padova e Roma, al fine di organizzarsi per ottenere più spazio e visibilità. Nel 1971 nasce a Torino il FUORI!, acronimo di “Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano“. Angelo Pezzana, libraio torinese, è a capo di questa organizzazione, che nel 1972 lancia anche l’omonima rivista. Nel primo editoriale del FUORI! Pezzana scrive «Noi oggi rifiutiamo quelli che parlano per noi. […] Per la prima volta degli omosessuali parlano ad altri omosessuali. Apertamente, con orgoglio, si dichiarano tali. Per la prima volta l’omosessuale entra sulla scena da protagonista, gestisce in prima persona la sua storia […]. Il grande risveglio degli omosessuali è cominciato. È toccato a tanti altri prima di noi, ebrei, neri (ricordate?), ora tocca a noi. E il risveglio sarà immediato, contagioso, bellissimo.»

Del FUORI! faceva parte anche il filosofo e scrittore milanese Mario Mieli. Lungamente ignorato dalla storia, dalla letteratura e dalla filosofia, Mieli fu il primo teorico dell’omosessualità in Italia. La sua opera “Elementi di critica omosessuale” è ancora oggi una delle più brillanti analisi sul tema. Mieli si tira fuori dal movimento di Pezzana quando questi assume posizioni sembra meno marxiste e più vicine alle istanze dei Radicali.

Negli anni, il FUORI! si è fatto portavoce della comunità LGBTQ+, approdando anche in Parlamento nel 1976 con il Partito Radicale. Nel corso degli anni ’80, col forte clima di ostracizzazione nei confronti degli omosessuali (creduti i principali diffusori dell’AIDS), il FUORI! ha promosso la creazione di reti sociali e gruppi cittadini per persone omosessuali con fini politici, culturali e ricreativi.
L’esperienza del FUORI! si concluse nel 1982, quando la vena polemica sembrava essersi esaurita.

foto in bianco e nero della manifestazione del gruppo FUORI! a Sanremo il 5 aprile 1972
http://www.censimento.fotografia.italia.it/archivi/fondazione-fuori-archivio-fotografico/-artepassante.it

Il FUORI! e la manifestazione del 5 aprile 1972

Il 5 aprile 1972 era in programma a Sanremo il I Congresso italiano di Sessuologia. Richiamati a manifestare contro le idee repressive espresse dai membri del Congresso, gruppi di persone omosessuali e di loro sostenitori si organizzano per esercitare il proprio diritto di manifestare nei confronti del Congresso stesso. Angelo Pezzana, assieme all’allora alleato Mario Mieli (giunto per l’occasione da Londra), si reca a Sanremo con il FUORI!. Vengono chiamati a raccolta anche persone provenienti da altri Paesi d’Europa, a sostegno degli omosessuali italiani.

I manifestanti giungono a Sanremo, di fronte alla sede del Congresso, prima dell’inaugurazione. I contestatori presenti erano all’incirca quaranta, ma sebbene il gruppo non fosse particolarmente nutrito – e non certo paragonabile a quello di Stonewall – il gesto passò alla storia come la prima manifestazione italiana per i diritti LGBTQ+.
Ciò che offrì ancora più risonanza mediatica all’evento fu l’intervento della polizia, che sequestra i cartelli dei manifestanti. La polizia inoltre identifica e conduce in commissariato alcuni di loro, con la denuncia di “manifestazione non autorizzata”.

Pezzana riesce anche a intervenire tra i relatori del convegno, esordendo con la frase “Sono un omosessuale e sono felice di esserlo”, generando lo stupore dei partecipanti. Il suo intervento è pietra miliare del percorso di riconoscimento dei diritti degli omosessuali. Per la prima volta in assoluto, si pretende pari dignità e un doveroso riconoscimento della soggettività di queste persone.
Con un linguaggio duro e senza mezzi termini, e grazie all’uso di gas derattizzante, i manifestanti riescono a far concludere il Congresso un giorno prima rispetto a quanto previsto da programma.

Grazie alla sua presenza al Congresso, il FUORI! ne guadagnò in notorietà, facendo aumentare il numero delle adesioni all’organizzazione. Il racconto dell’evento, realizzato nella rivista del gruppo, si concludeva con le parole « A tutti i compagni omosessuali, che hanno ancora dubbi, paure, incertezze, diciamo: esci fuori! Il rischio è molto spesso immaginario ma se anche fosse reale, non importa. Ad un passo c’è la vita! »

Le immagini dell’evento furono riprese e commentate dai media. Persino la RAI riprese la manifestazione, le cui immagini andarono in onda il 6 giugno su RAI 1 nel programma “AZ, un fatto come e perché”.

Per celebrare questa giornata così importante per la comunità LGBTQ+, Chora Media ha rilasciato una puntata del podcast “Prima“. Qui Sara Poma racconta gli eventi di quella giornata storica, a partire dalle testimonianze di chi quel giorno c’era.

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