Cultura

Dantedì: perché il 25 marzo ricordiamo il padre della lingua italiana

Dal 2020 il Dantedì festeggia, con eventi e rassegne artistiche in tutta Italia, l’eredità culturale di Dante Alighieri

Dante Alighieri non ha bisogno di presentazioni. Chiunque a scuola si è imbattuto, prima o dopo, nella sua monumentale “Commedia“, l’epico viaggio del Sommo poeta attraverso i tre Regni che compongono l’Oltretomba. Chiunque ne ricorda i personaggi principali, dalla severa guida Virgilio all’amata Beatrice rincontrata nel Canto XXX del Purgatorio. O ancora, la straziante storia degli amanti Francesca e Paolo, il “folle volo” di Ulisse, la tragedia del Conte Ugolino. E molti altri sarebbero ancora di ricordare.

Ma quel che è certo, è che (quasi) tutti ricordiamo a memoria la terzina che apre il Canto I dell’Inferno: “Nel mezzo del cammin di nostra vita/ Mi ritrovai per una selva oscura/ Ché la diritta via era smarrita“. Una terzina così semplice, così apparentemente diretta nel suo significato superficiale, da aver però fatto versare litri e litri di inchiostro da critici, filologi e dantisti da ogni parte del mondo. Tre versi quei quali ci si può leggere il disorientamento morale del protagonista, tanto quanto la materializzazione di un incubo vissuto in prima persona. Le interpretazioni sono davvero infinite.

Secondo i critici il viaggio potrebbe essere iniziato il venerdì santo del 1300, ovvero l’8 aprile, oppure il giorno dell'”anniversario” della morte di Cristo, cioè il 25 marzo. Tuttavia la datazione è a tutt’oggi fumosa, e possiamo solo ipotizzare che il “viaggio” di Dante nei Regni dei morti iniziò il 25 marzo del 1300.
Ed è in questo giorno, dunque, nel quale Dante approda all’Inferno. Inferno che, come abbiamo imparato, sulle prime si presenta agli occhi del Poeta come una selva intricata, “selvaggia, aspra e forte“, per usare le parole dello stesso Dante. E la pericolosa selva non è che l’anticamera del regno più oscuro e doloroso fra quelli che compongono l’Oltretomba dei cristiani. O per lo meno, così come doveva apparire nella mente di un medievale al tempo di Dante. Il luogo nel quale Dante incontra Virgilio, in quanto non è possibile per lui procedere in questo viaggio senza una guida saggia e preparata come il poeta latino autore dell’Eneide. Un viaggio che dura per una settimana intera, quella di Pasqua.

Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=51432-artepassante.it

 

Come nasce il Dantedì

L’idea per una giornata in onore del Sommo poeta risale appena al 2020, con un’idea dell’allora Ministro della Cultura Dario Franceschini. Tuttavia, una prima proposta giunse il 19 giugno 2017 dalle pagine del Corriere della Sera, a firma di Paolo Di Stefano. Il giornalista, infatti, si confrontò su questa ipotesi con il linguista (nonché Presidente emerito dell’Accademia della Crusca) Francesco Sabatini. I due portarono il progetto, che a quel punto aveva già preso il nome di Dantedì, il 4 luglio 2019 a Milano, durante un evento organizzato dalla Fondazione Corriere.

Il Consiglio dei ministri del 17 gennaio 2020, su proposta del ministro Dario Franceschini, ha approvato la direttiva per istituire il Dantedì. La proposta venne entusiasticamente accolta da intellettuali e studiosi. Ma anche da prestigiose istituzioni culturali come l’Accademia della Crusca, la Società Dantesca Italiana, la Società Dante Alighieri e l’Associazione degli Italianisti nella Società Italiana per lo studio del pensiero medievale.

Una serie di eventi, quelli del Dantedì, che coinvolgono la popolazione italiana, e nello specifico le scuole. Un po’ come avviene in Irlanda per la commemorazione di James Joyce, celebre autore di “Dubliners”, di “Ulysses” e di “Finnegan’s Wake”.

Dante Alighieri come James Joyce

Dante rappresenta per l’Italia non solo il Poeta per antonomasia, ma anche il padre della lingua, dunque in una certa misura del pensiero italiano. Un punto di riferimento per comprendere la società medievale, per immergerci in quel tempo così carico di simbolismi e ancora così affascinante. Ma anche l’impatto culturale e linguistico che l’opera tutta di Dante ha avuto sulla nostra identità nazionale. Qualcosa che, per sentito comune, è molto simile al Bloomsday irlandese.

Per gli amanti della letteratura uno degli appuntamenti ai quali si sogna di prendere parte è il Bloomsday. Il Bloomsday è la giornata nella quale Dublino e l’Irlanda tutta ricordano James Joyce, uno degli autori più celebri dell’isola. Questo evento cade, ogni anno, il 16 giugno. Il motivo è presto detto: in quel giorno del 1904 inizia, si svolge e si conclude la giornata di Leopold Bloom narrata da Joyce nel mastodontico “Ulysses”, uno dei tomi fondamentali per il modernismo. Il Bloomsday è una ricorrenza molto sentita e che coinvolge in particolare la capitale irlandese. La prima edizione si tenne nel 1950, quando un gruppo di letterati appassionati dell’opera di Joyce decisero di ripercorrere le mete del passaggio di Bloom nel corso di quella giornata di giugno del 1904.

Nel tempo, si prese a rendere l’evento sempre più interessante, con un percorso a tappe inframmezzato da letture direttamente estratte dal libro di Joyce e dedicato a quei luoghi specifici. Da allora, le celebrazioni per il Bloomsday sono fra gli eventi più attesi dell’anno in Irlanda, con festeggiamenti e letture pubbliche, ma anche le ormai tradizionali passeggiate sulle orme di Joyce e dell’eterno protagonista dell’Ulisse.

By Jörg Bittner Unna – Own work, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=38339083-artepassante.it

 

Dantedì 2024

Il programma della giornata di oggi per il Dantedì è densissimo di eventi che toccheranno tutta la Penisola.

Al mattino per le scuole e alla sera per tutti, è possibile vedere al cinema il docufilm “Mirabile Visione: Inferno“, di Matteo Gagliardi. Una pellicola che rilegge e attualizza la Commedia di Dante Alighieri: a ogni cerchio dell’Inferno si fa corrispondere uno “strato della società contemporanea.

Non potevamo non partire con Firenze, città natale di Dante, da lui tanto amata quanto odiata e pianta. Presso l’Accademia della Crusca a partire dalle 17, dopo i saluti del presidente Paolo D’Achille, Rosario Coluccia terrà una lezione dal titolo “Testo e lingua della Commedia”. Poi, l’attore Gabriele Lavia terrà un monologo, “Una lettura per Dante”.

A Grotte di Castellana, si terrà “Hell in the cave“, spettacolo ispirato all’Inferno dantesco e che si svolge a 65 metri in profondità.

Ravenna, città dove ancora riposa il Sommo poeta, alle 17.30 presso la sala Dantesca della Biblioteca Classense, verrà presentata l’edizione anastatica de “Le Terze rime di Dante (1502 – 2021)” pubblicata dalla casa editrice L.S. Olschki.

Nella Capitale, presso la Sala di Lettura della Biblioteca “Luigi De Gregori”, si terrà un’esposizione di volumi dedicati alla Commedia. Fra questi, “Dell’umorismo nella Divina Commedia – Nota dantesca di Ettore Mauro (Tipografia Nazionale, Salerno, 1901)”, “Il Secentenario della morte di Dante MCCCXXI – MCMXXI”, “La Divina Commedia di Dante Alighieri” a cura di Maria Mosca Bartoli (Società Editrice Dante Alighieri, Roma – Milano – Napoli, 1921) e “Dante Alighieri. Pagine scelte per gli italiani all’estero (Scuole Italiane all’estero, Roma, 1939)”.
Inoltre, presso il MAXXI è possibile visitare un’installazione creata con l’Intelligenza Artificiale da Riccardo Boccuzzi. L’installazione, in una serie suggestiva di immagini, ripercorre il viaggio di Dante e Virgilio attraverso Inferno, Purgatorio e Paradiso.

A Milano ci sarà un’apertura straordinaria del Museo di Sant’Eustorgio, in particolare della Cappella Portinari.

Infine, Napoli. Caroline Peyron, dalle 16 alle 18, presso il Salone di Lettura della Biblioteca Nazionale eseguirà la performance artistica “Un viaggio incerto“. Seguirà un’installazione visitabile fino all’8 maggio 2024.

Francesca Di Rocco

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