Estranei è il nuovo film di Andrew Haigh che descrive poeticamente la solitudine, l’esclusione sociale e l’umano bisogno di amore
Estranei, film britannico diretto e sceneggiato da Andrew Haigh, è uscito nelle sale cinematografiche italiane da poco più di una settimana e sta già facendo parlare di sé. Da subito pubblico e critica ne hanno ammirato la fortissima carica emotiva.
Il film è liberamente ispirato al romanzo dello scrittore e sceneggiatore giapponese Taichi Yamada, venuto a mancare il 23 novembre scorso.
Ijintachito no natsu – titolo originale dell’opera – è stato pubblicato per la prima volta in Giappone nel 1987, ma ha fatto la sua comparsa in Italia nel 2005, pubblicato dalla casa editrice milanese Nord. Il romanzo è valso allo scrittore il Premio Yamamoto Shūgorō appena nel 1988, anno nel quale è uscito anche l’adattamento cinematografico del libro, uscito al cinema col titolo The Disincarnates.
Il protagonista del romanzo è Harada Hideo, un uomo di mezz’età, divorziato, con un figlio che non vede se non in occasioni sporadiche, e un lavoro – scrivere sceneggiature per la televisione – che non lo ripaga delle fatiche. La sua vita si svolge interamente all’interno dell’ufficio, in una squallida palazzina di Tokyo.
Il giorno del suo compleanno, preso dai ricordi, Hideo decide di recarsi nel quartiere di Asakusa. È lì che il protagonista ha vissuto parte della sua infanzia, ma è anche il luogo in cui a dodici anni ha perso entrambi i genitori, morti investiti da un’auto.
Si reca poi in un teatro, quando fra il pubblico scorge un uomo dall’incredibile quanto inquietante somiglianza con il padre, morto anni prima. Quest’uomo lo invita nella propria casa, dove vive con sua moglie. Con meraviglia e paura, Hideo scopre che la moglie di questo misterioso uomo è identica a sua madre. Hideo trascorre una serata con i due sconosciuti. Questa esperienza gli restituisce la voglia di ricominciare a lavorare con rinnovato entusiasmo.
Gli incontri si susseguono con ritmi sempre più serrati, con Hideo che sembra ritrovare una qual certa serenità. Tuttavia, agli occhi dei suoi amici, l’uomo sembra sempre più consumato. Costantemente pallido e smunto, Hideo è vittima di un male oscuro e inquietante che preoccupa chi gli sta vicino. Fra tutti, la sua vicina di casa Kei – con la quale Hideo ha anche intrecciato una relazione romantica. Kei scopre il segreto del suo amante, e gli consiglia di interrompere il prima possibile queste visite. Ma anche Kei nasconde qualcosa di torbido.
Una storia che mescola lutto, solitudine e bisogno d’affetto, ma anche una cupa tensione che corre lungo tutto il corso del romanzo.
Il nuovo film di Andrew Haigh vede la partecipazione di due dei più importanti attori della scena contemporanea inglese. Andrew Scott e Paul Mescal, entrambi irlandesi, hanno già prestato la propria immagine per due personaggi che sono subito entrati nell’immaginario pop.
Andrew Scott, infatti, è il volto dell’ “hot priest” nella serie tv Fleabag, sceneggiata da Phoebe Waller Bridge e andata in onda dal 2016 al 2019. Scott interpreta la parte di un prete cattolico estremamente carismatico del quale la protagonista si innamora, non potendo essere ricambiata.
Paul Mescal, invece, è stato Connell Waldron nella serie tv tratta dal romanzo Normal People della scrittrice irlandese Sally Rooney. Studente brillante, proveniente dalla working class, Connell intreccia una relazione a dir poco complicata con la compagna di classe Marianne, interpretata da Daisy Edgar-Jones.
Inoltre, Mescal ha anche recitato in Aftersun, film molto ben accolto dalla critica nel quale interpreta il ruolo di un padre single in vacanza con la figlia.
Insomma, due attori di spessore considerevole che, in Estranei si misurano con dei ruoli drammatici di non facile esecuzione.
Il film uscito di recente al cinema è una riscrittura del romanzo giapponese, con la sceneggiatura e la regia del britannico Andrew Haigh. È ad Haigh che si deve l’aggiunta della tematica omosessuale nel film.
Il regista si era già fatto notare per il suo film Weekend, del 2011. Un classico della cinematografia LGBT, Weekend narra la storia di Glen e Russell, due giovani inglesi che si incontrano un venerdì sera in un locale gay. Da quella che doveva essere solo una notte di sesso, nasce fra i due una vera e propria attrazione. Dal momento che Glen è prossimo alla partenza per Portland, Oregon, dove ha deciso di stabilirsi, i due decidono di trascorrere un intero weekend insieme. Ne emergono due ritratti molto diversi del modo in cui i due hanno deciso di vivere la propria omosessualità. Da una parte Glen, completamente aperto e a suo agio con la propria sessualità. Dall’altra, Russell preferisce nascondersi e abbracciare un’eteronormatività che non gli appartiene.
Estranei riprende la tematica LGBT tanto cara al regista, configurandosi come una commovente quanto straziante. cartina di tornasole che mostra i risvolti di una società escludente.
Adam è uno sceneggiatore omosessuale che vive da solo in una palazzina a nord di Londra. In preda al blocco dello scrittore, passa le sue giornate sul sofà, guardando la tv e mangiando patatine in busta. Un giorno Harry, un giovane condomino, bussa alla sua porta: anche lui si sente terribilmente solo, e chiede ad Adam un po’ di compagnia. L’uomo, per ritrosia, rifiuta. Tuttavia subito dopo i due iniziano presto una frequentazione.
Nel mentre, Adam fa ritorno nella sua casa d’infanzia a Croydon, nel sud di Londra, dove sono custoditi i ricordi di un passato doloroso legato alla morte dei suoi genitori. Una volta tornato nella vecchia casa, Adam la ritrova popolata dai suoi genitori, giovani come erano al tempo dell’incidente. Le visite a Croydon si fanno sempre più frequenti, tanto che Adam arriva ad aprirsi completamente con i suoi genitori. Arriva persino a confessare loro la sua omosessualità, con il padre che confessa a sua volta di avere sempre avuto contezza dell’orientamento del figlio.
In seguito a questo incontro, Adam riesce a vivere più serenamente la sua omosessualità con Harry, tanto da volergli presentare i suoi. Una volta a Croydon, quella che i due trovano è una casa abbandonata e vuota.
Adam dovrà a questo punto confrontarsi con i propri irrisolti emotivi e con i fantasmi che tormentano il suo presente e il suo passato.
Estranei è un film che riesce genuinamente a far leva sulla nostra emotività. Lo fa attraverso un tema particolarmente duro: la solitudine. Uno dei problemi più riscontrati all’interno della comunità LGBT è proprio quel senso di isolamento sociale. Un isolamento che parte dalla mancanza di comprensione in famiglia e dall’ambiente circostante. Il senso di alienazione che Adam prova è tangibile, soprattutto se rapportato a un uomo di mezza età. Il personaggio interpretato da Andrew Scott, infatti, deve misurarsi con le aspettative di una società eteronormata. Famiglia, figli, lavoro: tutto ciò che ad Adam manca, pur vivendo in anni di grandi cambiamenti sociali e culturali per la comunità LGBT.
Ma anche il sentimento del lutto, della mancanza. Il protagonista deve fare i conti con la propria omosessualità tanto quanto con il suo essere un orfano fin da quando aveva dodici anni. Anche i genitori di Adam ne soffrono, e quando incontrano il figlio sembrano non vedere l’ora di farsi ragguagliare sulla sua vita dal momento della loro scomparsa.
In tutto questo, Harry rappresenta l’unica mano tesa ad Adam dal mondo esterno. Un uomo giovane, con idee fresche, e anche lui omosessuale. La sua presenza, dapprima rifiutata, sembra poi per il protagonista l’unica ancora di salvezza da una vita che non lo appaga.
La colonna sonora firmata da Emilie Levienaise-Farrouch contribuisce efficacemente a questo senso di straniamento che Estranei vuole evocare a partire dal nome.
Per le giovani generazioni, la narrazione dell’omosessualità del film apparirà feroce. E questo, per fortuna, anche grazie al progresso culturale e sociale. E conseguentemente alla maggiore informazione e alla diffusione di una nuova consapevolezza e accettazione.
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