Arte

Carlo Ferreri e Lorenzo Pietrogrande, due artisti uniti da una parola: “altrove”

Conosciamo meglio le figure artistiche di Carlo Ferreri e Lorenzo Pietrogrande, le cui carriere sono accumunate da un’unica parola: “altrove”. Dalla loro vita alle opere, proviamo a dipingerne il ritratto

Se si pronuncia il vocabolo “altrove” in ambito artistico, un pensiero si rivolge subito alla splendida canzone di Morgan, mentre un altro riporta a Carlo Ferreri e Lorenzo Pietrogrande.

Parliamo infatti di due artisti le cui carriere sono state fortemente contaminate da questa parola.

Chi è Carlo Ferreri, un pittore intenso

Nato a Milano nel 1962, Carlo Ferreri si è affermato come artista nella sua città natale, dove continua tutt’oggi a creare e a ispirarsi.

Carlo Ferreri si è sempre contraddistinto per essere un pittore molto intenso | Immagine profilo Facebook di Carlo Ferreri (https://www.facebook.com/photo/?fbid=1063624737325871&set=pcb.1063626263992385&locale=it_IT) – Artepassante.it

La sua formazione artistica è culminata nel 1985 con il diploma ottenuto presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, senza alcun dubbio una delle istituzioni più prestigiose nel panorama artistico italiano.

Da allora, il suo percorso artistico è stato caratterizzato da una serie di esposizioni sia in Italia che all’estero, le quali hanno contribuito a consolidare la sua reputazione nel mondo dell’arte contemporanea.

Le sue opere, sia personali che collettive, hanno spaziato attraverso una varietà di soggetti, ma è nella natura e nel Mondo che lo circonda che Ferreri riesce a trovare la sua principale fonte di ispirazione.

Tra i suoi soggetti prediletti spiccano infatti gli alberi, i paesaggi, l’acqua, il mare e soprattutto i corpi e i volti femminili.

La figura della donna, in particolare, emerge come protagonista nelle sue creazioni, celebrata attraverso nudi “materici” che esprimono la sua visione della femminilità.

Grazie a pennellate fluide e veloci, Ferreri riesce a catturare l’essenza della sensualità femminile, creando opere che si avvicinano stilisticamente all’espressionismo, ma che trasudano anche un senso di gravità e intimità.

I suoi dipinti, con tratti essenziali e spontanei, esprimono un’ampia gamma di emozioni e sensazioni, invitando lo spettatore a esplorare mondi interiori attraverso l’arte.

Le sue donne sono ritratte senza fronzoli o artifici, ognuna con una propria vita e una propria storia, ma allo stesso tempo rimangono anonime, consentendo al fruitore di immergersi nell’essenza della femminilità senza distrazioni.

Ferreri è bravo a enfatizzare la sensualità e il linguaggio del corpo attraverso strati di colore denso e pastoso, che conferiscono alle sue opere una profondità emotiva e una ricchezza visiva uniche.

La pittura di Carlo Ferreri deve essere vista come il risultato di una ricerca personale intensa, volta a esplorare una maggiore libertà interpretativa e ad abbracciare una pittura più gestuale e istintiva.

Chi è Lorenzo Pietrogrande, un veneziano a Milano

Lorenzo Pietrogrande è nato nel suggestivo scenario di Venezia nel 1961 e ha coltivato la sua passione artistica attraverso gli studi presso l’Accademia di Brera.

Il suo nucleo creativo pulsante è a Milano, dove vive e lavora, traendo spunto dall’energia artistica della città.

Lorenzo Pietrogrande ha esposto le sue opere in numerose mostre personali e collettive, lasciando un segno indelebile nel panorama artistico contemporaneo.

Tra le sue esposizioni personali più significative, spiccano quelle del 1994 a Palazzo Martini a Cremona, del 1995 al Centro San Michele a Milano, del 2003 a Cascina Roma di San Donato Milanese, del 2004 presso l’Associazione culturale Renzo Cortina di Milano, del 2005 alla Torre Saracena del Comune di Zoagli e del 2007 alla Fondazione Gianni e Roberto Radice di Milano.

La sua presenza nelle rassegne artistiche è altrettanto notevole, con partecipazioni in eventi prestigiosi come “Milano/Berlino” alla Galerie Verein di Berlino nel 1998, “Dettato d’arte” alla Villa Borromeo di Solaro nel 2002, “Dialoghi incrociati” alla Galleria Luka di Pola nel 2003, “Arte per tempi nuovi” alla Die Ecke di Augsburg nel 2003 e la Prima biennale internazionale d’arte Microcredito ad Ankara in Turchia nel 2005, dove è stato premiato.

Tra gli altri riconoscimenti, Lorenzo Pietrogrande è stato premiato nel 2007 con il Primo Premio Pittura e Scultura “Rocco Addamiano” di Nova Milanese, confermando il suo talento e la sua capacità di ispirare attraverso la sua arte.

La sua espressione artistica è stata anche celebrata nella mostra “Beseelte Landschaft” alla Galleria Goldschmiede-Fiedler di Murnau, testimoniando il suo impatto a livello internazionale.

La critica ha spesso interpretato la pittura di Lorenzo Pietrogrande in una prospettiva settecentesca e tipolese, data la sua provenienza da Venezia, ma senza spiegare chiaramente il legame.

La passione di Pietrogrande per i maestri italiani del Seicento e del Settecento, insieme al modo in cui preleva elementi dalla loro produzione artistica passata, possono essere compresi solo attraverso un’analisi ravvicinata, isolando porzioni di dipinti da grandi opere d’arte sacra e dalle grandi narrazioni e trasformandole in quadri autonomi.

Non sorprende che molti dei suoi lavori degli anni ’90, con grandi cappotti e porzioni di figure che sembravano estendersi oltre i margini del dipinto, fossero intitolati “Dipinto” o “Pittura”: il soggetto era solo un pretesto per la sua interpretazione dei valori visivi della pittura.

Questo gusto per la sprezzatura pittorica, per le figure tratte da una preparazione di fondo color mattone, si mescola con l’influenza dei nuovi Selvaggi tedeschi.

Queste caratteristiche sono rimaste costanti anche quando Pietrogrande ha iniziato a dipingere paesaggi, con cieli compatti che richiamavano David Hockney, ma animati da nubi dense e tumultuose, sconosciute all’artista inglese.

I suoi paesaggi sono spazi ampi con una materia sempre più scarna e semplice, caratterizzati da una pittura liquida, con colature preferite e tele mai troppo affollate, escludendo l’uomo e lasciando spazio alle oche che diventano protagoniste come un controcanto comico o una metafora sostitutiva.

Ferreri e Pietrogrande si sono formati entrambi nell’Accademia di Brera: a unirli è il concetto di “altrove” | Immagine https://lorenzopietrogrande.it/ – Artepassante.it

La Liguria della riviera di levante è il luogo principale di questa riscoperta del paesaggio, con le città raramente rappresentate e spesso viste dall’alto, privilegiando i cieli sulle case.

Pietrogrande ha sempre evitato la saturazione degli spazi: pochi oggetti, pochi elementi sono sufficienti per comunicare tutto, e le piccole e buffe automobili dei suoi quadri recenti suggeriscono un’ulteriore direzione, pronte a uscire dalla tela per lasciare il campo completamente libero.

L’unione nella parola “altrove”

Carlo Ferreri e Lorenzo Pietrogrande, sono stati protagonisti nel recente passato della mostraAltrove, la quale ha presentato le opere pittoriche recenti dei due artisti, presso la Galleria Atelier della Fotografia della stazione Porta Venezia del Passante Ferroviario, a qualche anno di distanza dalla loro precedente esposizione con lo stesso titolo presso la Galleria Artepassante Stazione Repubblica.

Parliamo di due artisti che nel corso delle rispettive carriere hanno condiviso lo spazio espositivo in numerose altre occasioni, una pratica che rispecchia la loro profonda amicizia nata negli anni dell’Accademia di Brera, dove hanno entrambi coltivato la loro passione artistica.

Nonostante abbiano iniziato con un linguaggio figurativo espressionista, nel corso del tempo Ferreri e Pietrogrande hanno poi sviluppato percorsi creativi distinti.

Ciò che è rimasto immutato è invece la loro unione nella parola “altrove”, un vocabolo che ha accompagnato la carriera sia di Ferreri che di Pietrogrande e che li ha uniti sempre di più nel panorama artistico italiano.

Marco Garghentino

Brianzolo dal 1996, ho sempre pensato che la comunicazione sia la principale arte che l’uomo ha sviluppato nei secoli. Amo lo sport, conoscere il Mondo ed essere informato. Ogni vita ha una storia e spesso vale la pena raccontarla.

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