Gli animali sono i protagonisti di molti quadri. Riviviamo, epoca per epoca, il ruolo degli animali nell’arte
Possiamo dire che gli animali sono tra i soggetti più rappresentati di sempre nell’arte. Basti pensare agli affreschi sulle pareti rocciose delle caverne, dove si sono conservati per migliaia di anni scene di caccia e disegni di animali. Oppure, a tutti i cavalli che compaiono nei ritratti di valorosi condottieri e scene di guerra.
Oggi vogliamo parlarvi proprio del ruolo degli animali nell’arte e le opere più rappresentative che ci raccontano di questo rapporto così stretto.
La simbologia degli animali nell’arte: un viaggio nella storia
Gli animali nell’arte assumono spesso dei significati simbolici.
Tutto è partito con l’arte egizia, in cui le divinità assumevano spesso delle sembianze animali. Perciò possiamo dire che gli animali fossero riconducibili a dei simboli sacri.
Successivamente, hanno cominciato a rappresentare delle doti umane, come la fedeltà. Fino ad andare a simboleggiare dei veri e propri movimenti rivoluzionari, come nel caso del futurismo. Ma andiamo con ordine.
Animali nell’arte egizia: ad ogni dio il suo animale
Per gli antichi egizi, alcune divinità avevano aspetto animale. Sicuramente avrete sentito parlare del gatto e dell’importanza che aveva in questa cultura, infatti questo felino era sacro ad Osiride e a Iside. Ma forse non sapete che il famoso dio Anubi per gli egizi aveva la testa di uno sciacallo, mentre il dio Am-Akhu veniva rappresentato come un serpente.
Animali nell’arte cristiana: simboli religiosi potenti
Con l’avvento del Cristianesimo, gli animali hanno assunto nuovi significati, riconducibili alle Sacre Scritture.
L’agnello è diventato un simbolo di Cristo, mentre il serpente ha assunto una connotazione negativa, legata al male e alla tentazione. Una divisione netta, quindi, tra forze benevole e maligne rappresentate proprio dagli animali.
La colomba, invece, nell’arte cristiana, rappresenta lo Spirito Santo e la speranza, mentre vola leggiadra con le sue piume candide e un ramoscello d’ulivo in bocca.
Animali nell’Arte Romantica: i sentimenti dell’uomo rappresentati dagli animali
Durante il romanticismo il sacro lascia spazio all’umano e alle sue passioni, incarnate anche in questo caso dagli animali. Gli artisti scelgono dal mondo animale quegli esemplari che possono rappresentare al meglio aspetti dell’interiorità dell’uomo.
La natura in generale, in questo periodo storico, diventa più selvaggia e sconfinata, come a rappresentare il tumulto interiore dell’uomo o il suo essere indifeso rispetto alla forza brutale del mondo naturale.
Animali nell’Arte Rinascimentale: l’importanza della figura del cane
Durante il Rinascimento gli animali cominciano ad essere rappresentati in modo realistico e attento ai dettagli. Infatti, è un periodo storico in cui la zoologia e la biologia prendono piede, e anche lo sguardo dell’artista cambia modo di osservare gli animali e, di conseguenza, il modo di rappresentarli.
Parlando di animali nell’arte rinascimentale non possiamo non citare la famosa “Dama con Ermellino” di Leonardo Da Vinci. In realtà, l’animale che la giovane tiene in braccio è più probabilmente un furetto, ma poco importa. Ciò che è rilevante è quello che rappresenta: l’animale simboleggia l’indole della dama che lo tiene tra le braccia, ovvero un animo puro, pacato e nobile.
Nel dipinto di Tiziano conosciuto come “La Venere d’Urbino” possiamo invece notare un cagnolino accoccolato ai piedi del giaciglio, a simboleggiare la fedeltà coniugale della giovane.
Il cane è uno dei soggetti preferiti degli artisti
Il cane è sicuramente un animale che ricorre spesso nell’arte, che sia come simbolo o compagno dell’uomo, o addirittura come suo difensore.
Tra i cani più famosi, ricordiamo il cucciolo che compare in uno dei quadri del Periodo Blu di Picasso, che risale al 1905. “Due acrobati con cane” ci conferma come il cane non abbia mai perso il suo fascino artistico, e in questo caso sembra rispecchiare gli stessi sentimenti angosciati del padroncino che lo accarezza.
Animali nel Futurismo: dinamismo e colore
Il Futurismo è un importante movimento artistico e letterario che ha preso piede durante i primi anni del Novecento. E per descriverlo basta riportare un frammento del Manifesto scritto da Marinetti sul quotidiano parigino “Le Figaro”:
“Noi vogliamo cantare l’amor del pericolo, l’abitudine all’energia e alla temerarietà.”
“Il coraggio, l’audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della nostra poesia.”
“Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità.”
Stiamo aprlando quindi di un movimento che si concentra sul coraggio, la velocità, la ribellione. Tutti elementi potenti che possiamo riscontrare nella musica, nella letteratura, nella moda e nell’arte del periodo futurista.
Uno degli animali più rappresentati nell’arte futurista è il cavallo, che più di qualsiasi altro animale riesce a incarnare la velocità, la possenza e la dinamicità proprie di questo movimento artistico.
In “Città che sale” di Umberto Boccioni, possiamo intravedere in quel caos di colore e linee marcate, le figure di cavalli impossibili da trattenere attraverso le briglie: il loro animo selvaggio rappresenta proprio l’indole temeraria futurista.
Ma torniamo un attimo al cane. Come vi abbiamo detto è un animale ricorrente nell’arte e possiamo dire che ha avuto un ruolo importante anche nell’arte futurista, come soggetto principale di “Dinamismo di un cane al guinzaglio”, in cui un bassotto zampetta veloce e dinamico come piace ai futuristi.
Animali nell’arte contemporanea
Ad oggi, gli artisti utilizzano spesso gli animali come metafora della società moderna. Come dei concetti universali.
Basti pensare a Damien Hirst che propone al suo pubblico opere contraddittorie ed enigmatiche, spesso molto cruente, per fare riflettere contro la crudeltà. Si tratta di opere composte da animali imbalsamati e immersi nella formaldeide che da un alto impressionano e dell’altro fanno riflettere.
Un esempio è “The immortal”, un’opera che vede come protagonista uno squalo di quattro metri, che ha definito il successo di Hirst.
Ecco come lo stesso autore ha commentato il risultato finale:
“Mi piace l’idea di qualcosa che descrive una sensazione. Uno squalo fa paura, è più grande di te, si muove in un ambiente a te sconosciuto. Sembra vivo quando è morto e morto quando è vivo”
Gli animali sono da sempre i soggetti preferiti degli artisti, che sia per la loro sacralità, per i loro dettagli fisici o per i significati simbolici che possono veicolare. Ecco perché non esiste periodo storico in cui non compaiano nel mondo dell’arte, che si tratti di un quadro, di una scultura o di un’installazione.