A Barcellona il turismo di massa diventa risorsa per la transizione energetica

Il turismo è una risorsa fondamentale per un Paese. Ma ha anche un lato oscuro e, paradossalmente, di appiattimento della dimensione culturale di un luogo. È il fenomeno della touristification, ovvero dell’eccessivo numero di turisti che iniziano a invadere le strade delle grandi capitali culturali

La touristification di Barcellona

Il caso di Barcellona è emblematico. È diventato quasi impossibile aggirarsi per le strade della città catalana, specie nel periodo estivo. La città è visitata ogni anno da 20 milioni persone, quando gli abitanti effettivi sono circa un milione e mezzo. Il suo fascino ha attirato molti stranieri, che hanno deciso di comprare casa nel centro storico, col risultato che l’undici percento della popolazione autoctona ha abbandonato quell’area nel giro di quattro anni. La conseguenza è non solo la perdita di autenticità di un luogo, ma anche il fatto che per chi rimane la vita diventa sempre più insostenibile.

Veduta dall'alto della città di Barcellona
Pixabay

La maggior parte degli appartamenti hanno cambiato destinazione d’uso, da abitativo a turistico, ma anche luso di mezzi di trasporto o la semplice mobilità autonoma sono gravemente inficiati dal numero dei turisti che circolano in città. Addirittura, il consiglio della città ha istituito un organo di mediazione fra i residenti e i turisti. Questi ultimi, infatti, sono i responsabili di gran parte del degrado urbano del centro della città e delle vie della movida. Di certo l’afflusso di persone è una risorsa in termini economici, ma solo oggi stiamo mettendo in discussione l’idea che questo non abbia più ricadute negative che benefici.

Il turismo di massa interessa anche l’Italia

Quale meta turistica molto amata, l’Italia e le sue molte meravigliose città non sono state risparmiate dal turismo più aggressivo e a volte irrispettoso.

In seguito alla pandemia, si temeva che la mancanza di entrate derivate dai viaggi interni e dall’estero verso il nostro Paese potesse protrarsi ancora a lungo. Fortunatamente il pericolo si è presto scongiurato.

Ma eccoci al risvolto della medaglia. In Italia, esattamente come è stato manifestato dal comitato barcellonese per la capitale catalana, una delle prime avvisaglie di questo stravolgimento è stato il numero esorbitante degli appartamenti – presso i quali spesso vivevano studenti o famiglie – convertiti in case vacanza per i turisti.

Il caso più eclatante riguardante il nostro Paese è sicuramente quello di Venezia. Oggi, infatti, per poter accedere alla laguna è necessario il pagamento di un ticket. Questo, per ammortizzare i danni provocati dai turisti all’ambiente cittadino. Una posizione simile è quella espressa dal Sud Tirolo poter limitare gli accessi alle Dolomiti. Una miscura, tuttavia, che non sembra voler arrivare al cuore del problema, quanto piuttosto aggirarlo. Ne risentono ovviamente, come anche a Barcellona, i trasporti cittadini, con città sempre più affollate e invivibili.

La lotta agli affitti brevi è stata anche una battaglia portata avanti dagli studenti dell’Università di Bologna. La città infatti sta vivendo, di recente, un boom i termini di presenza turistica. A pagarne il prezzo, però, sono soprattutto gli studenti fuorisede, che si trovano spesso sfrattati dai propri padroni di casa e in condizione di dover cercare una casa a prezzi ragionevoli e in tempi spesso molto brevi.

Tutto questo, perché non vige alcuna norma ad hoc che regolamenti o governi questo fenomeno.

Quali sono le cause di questo fenomeno?

Al fine di comprendere il cambiamento in atto, lUnione Europea ha commissionato e realizzato uno degli studi più interessanti e approfonditi sul tema dell’overtourism, Research for TRAN Committee – Overtourism: impact and possible policy responses. Cioè, quando il turismo diviene difficile per gli abitanti e per l’ambiente in cui questi vivono con regolarità. Perché un’economia che si basa interamente sul turismo non può non avere dei pericoli anche per la salute delle persone.

Arrivare alla radice delle cause del fenomeno del sovraffollamento turistico non è semplice. Molto probabilmente, una di queste è il principio delle case con affitti brevi, con gli effetti lamentati dagli studenti di Bologna. Ma anche il prezzo economico di alcuni viaggi verso determinate città. E questo è un problema se non si è in grado di gestire al meglio il fenomeno per garantire il benessere del visitatore e di mantenere quello del cittadino. Ma uno dei maggiori responsabili è sicuramente la pubblicità fatta via social. Molti luoghi, anche remoti, vengono facilmente raggiunti e mostrati. Da lì all’arrivo di sempre più turisti non sempre rispettosi, il passo è breve.

Una preoccupazione espressa all’interno del documento dell’Unione Europea riguarda la percezione più umana del concetto di turismo. Sembra infatti che la tendenza oggi sia più che altro quella di intendere il viaggio come un’esperienza quasi unicamente estetica, senza approfondire il lato antropologico e artistico del posto visitato. È venuta quindi a mancare un’idea di turismo consapevole.

La proposta di Barcellona per sfruttare il fenomeno del turismo

Ma torniamo in Catalogna.
Dal 1 febbraio, l’area tutta ha dovuto dichiarare lo stato d’emergenza idrica. Questo, ovviamente, in risposta ai cambiamenti climatici che stanno infliggendo duri danni in tutta la zona di Barcellona e dintorni. Certamente, un problema che non si sposa bene con il grandissimo flusso di turisti cui la città deve in quale modo far fronte.

Per tale ragione, l’amministrazione catalana ha cercato di trarre il meglio dal fenomeno dell’overtourism: le tasse sul turismo andranno a finanziare la transizione energetica. Infatti, presto la tassa di soggiorno in città aumenterà da 2,75 euro per pernottamento a 3,25. Una differenza si direbbe irrisoria, ma che contribuirà alla realizzazione di una realtà da emulare.

Come avverrà questo cambiamento? Dotando i tetti delle scuole della città di pannelli fotovoltaici, sistemi di condizionamento e impianti di riscaldamento a pompa di calore. Tutto questo, entro il 2029. E nel caso dovesse essere prodotta energia in eccesso, questa andrebbe reindirizzata ad altri edifici pubblici e residenze per essere condivisa.

Il costo di questo ambizioso progetto è di 100 milioni di euro, che per l’appunto proverranno interamente dalle tasse di soggiorno per i turisti.

L’ambizione qui non risiede solo nella mera progettazione ingegneristica, ma soprattutto nell’obiettivo di una sostenibilità ambientale e umana che vada a migliorare significativamente la vita dei residenti.

Inoltre, si spera che questa visione del turismo possa essere in grado di far riappacificare la comunità residente con i turisti che ogni giorno vagano per le strade e visitano monumenti. E, ci si augura, non solo a Barcellona.

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