Un recente sondaggio ha rilevato che ben il 75% degli studenti in Italia dice di soffrire di stress da competizione. Una percentuale davvero allarmante, per un problema al quale bisogna trovare dei rimedi efficaci. Vediamo di cosa si tratta e perché così tanti ne sono colpiti
Tre studenti italiani su quattro soffrono di stress da competizione.
È quanto è emerso dal sondaggio “Scuola e Benessere: Oltre l’ipercompetizione e l’omologazione”, frutto della collaborazione tra Unisona Live e l’UNICEF.
Lo studio in questione ha infatti fornito dati significativi sullo stato emotivo degli studenti italiani, dipingendo un quadro alquanto preoccupante.
Secondo i risultati ottenuti dal sondaggio sopra citato, il 75% degli studenti soffre “sempre” o “spesso” di episodi di stress legati alla scuola, mentre il 44% si sente inadeguato e insicuro a causa dell’ipercompetizione che rende più difficile l’apprendimento per il 17% di chi ha preso parte allo studio.
Gli studenti italiani si sentono quindi stressati e invocano una riduzione del carico di lavoro.
Un altro aspetto interessante emerso dal sondaggio ruota infatti proprio intorno a questo punto.
La metà dei ragazzi e delle ragazze intervistati ritiene che una riduzione del carico di studio a casa (i classici compiti) potrebbe alleviare lo stress scolastico.
Non solo. La maggior parte degli studenti richiede anche più attività extracurricolari e spazi di aggregazione, dove favorire un ambiente scolastico più equilibrato e inclusivo.
Questo è quanto è emerso da un sondaggio che ha visto la partecipazione di oltre 25.500 soggetti, tra studenti, studentesse e docenti, ai quali è stato richiesto di condividere le proprie esperienze e opinioni in un dibattito online moderato da Sofia Viscardi.
In sede di studio, alcuni esperti dell’UNICEF hanno anche dialogato con l’attrice Ludovica Bizzaglia, i membri giovani del Youth Advisory Board (YAB) e la psicologa Paola Versari, offrendo un’ampia prospettiva su come affrontare le sfide legate al benessere psicosociale degli adolescenti nel contesto scolastico.
Nicola Dell’Arciprete, coordinatore della risposta in Italia presso l’Ufficio UNICEF per l’Europa e l’Asia Centrale, ha quindi sottolineato l’importanza di affrontare questo tema e ha confermato l’impegno di Unisona Live e dell’UNICEF nell’incoraggiare un’educazione inclusiva e orientata al benessere degli studenti.
Ha anche annunciato un programma finanziato dalla Commissione Europea e volto a migliorare il coordinamento tra i settori sanitario, sociale e scolastico, così da affrontare questa prioritaria questione nei prossimi due anni.
Lo stress da competizione, di cui soffre il 75% degli studenti intervistati, è una forma di stress che si verifica quando una persona si trova in una situazione competitiva, come una gara sportiva, un’esibizione artistica, un esame scolastico o una sfida lavorativa.
Questo tipo di stress è causato dalle pressioni di dover dimostrare le proprie abilità, competere con gli altri e ottenere dei risultati positivi.
Tale disagio può manifestarsi attraverso sintomi fisici come l’aumento della frequenza cardiaca, la sudorazione e la tensione muscolare, oltre a sintomi emotivi come ansia, nervosismo e sensazione di sopraffazione.
Se gestito in modo efficace, lo stress da competizione può essere però anche motivante e stimolare le persone a dare il meglio di sé.
All’opposto, se diventa eccessivo o cronico, può avere effetti negativi sulla salute mentale e fisica.
Lo stress da competizione può manifestarsi in diverse forme e può variare da persona a persona.
Per combatterlo, è importante adottare delle efficaci strategie di gestione dello stress.
Quali? Ecco le più efficaci e diffuse:
Combinare tutte queste strategie può quindi aiutare a gestire in modo efficace lo stress da competizione e a migliorare le proprie prestazioni finali.
Stando ai dati raccolti in passato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (la OMS) per quanto riguarda la salute e il benessere degli adolescenti europei, gli studenti italiani sono ormai da anni tra i meno soddisfatti del continente e tra i più afflitti dallo stress legato alla scuola.
Ciò pone l’Italia in una posizione peggiore rispetto a Belgio, Croazia, Estonia e Grecia.
Al contrario, gli studenti armeni e albanesi emergono come i più felici, con circa l’80% di pareri positivi sul sistema scolastico all’età di 11 anni e circa il 70% a 15 anni.
L’indagine in questione rivela che già all’età di 11 anni, solo il 26% delle ragazze e il 17% dei ragazzi italiani ammette di amare molto la scuola.
Questa insoddisfazione cresce con l’età: a 15 anni, il 92% dei ragazzi e il 90% delle ragazze risponde negativamente alla domanda “Ti piace la scuola?”.
Tale dato è strettamente correlato alla pressione percepita all’interno delle aule, tra compiti, interrogazioni e il rapporto con gli insegnanti.
Il disagio scolastico si manifesta attraverso elevati livelli di stress, evidenziati da mal di testa, dolori addominali, mal di schiena, ma anche da nervosismo e tristezza.
Le ragazze risultano essere le più colpite: a 15 anni, il 72% di loro soffre di stress scolastico, rispetto al 50% dei ragazzi.
Tuttavia, già a 11 anni quasi la metà degli studenti sente una forte pressione scolastica.
Questo quadro indica un’ansia da prestazione che si sviluppa fin dalla giovane età, in un ambiente scolastico che sembra concentrarsi più sui risultati che sul benessere degli individui.
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