Gli attivisti per il clima sostengono che il loro obiettivo non è danneggiare le opere d’arte, ma sensibilizzare l’opinione pubblica sull’emergenza climatica attirando nuove menti consapevoli
L’ultimo blitz di Ultima Generazione è stato effettuato ieri pomeriggio alla Galleria degli Uffizi. Tre attivisti hanno affisso sul vetro infrangibile che protegge la Venere di Botticelli alcune foto dell’alluvione che ha colpito la Toscana e Campi Bisenzio. A darne la notizia il personale del museo, che ha chiesto ai visitatori di lasciare la sala. I ragazzi sono stati poi fermati dai carabinieri. “Le immagini rispecchiano la realtà nella quale stiamo affondando – spiega Ultima Generazione -, alluvioni e frane sempre più frequenti che creano danni alle case, scuole, ospedali e strade da un lato, siccità inimmaginabili dall’altro“.
“L’arte non può esistere su un pianeta distrutto”
Giordano Cavini Casilini in un comunicato diffuso dopo il blitz ha dichiarato: “Sono un padre di famiglia e operatore sociosanitario. Oggi ho scelto di contravvenire al mio obbligo di dimora e di infrangere nuovamente la legge, rischiando la prigione per tenere fede alla mia promessa di fare tutto il possibile per proteggere la vita. Il Governo continua a fingere che i campi non siano arsi a gennaio, che l’acqua non sarà un problema quest’estate, che le case distrutte dalle alluvioni siano eventi accidentali e non causate da scelte umane. E anziché occuparsi di questi e veri problemi, fa leggi assurde“.
Il messaggio che vogliono urlare gli attivisti prendendo di mira le opere d’arte è che “l’arte non può esistere su un pianeta distrutto”.
I blitz degli attivisti contro l’arte si sono intensificati da maggio 2022. Questi gruppi utilizzano torte, zuppe, vernici e colla per catturare l’attenzione dei visitatori dei musei o dei turisti attorno alle attrazioni più famose. Lo scorso luglio due esponenti di Just Stop Oil si sono incollati letteralmente alla cornice del dipinto di John Constable intitolato “The Hay Wain” (Il carretto da fieno), esposto alla National Gallery di Londra. Nell’ottobre 2022 hanno lanciato zuppa di pomodoro contro il famoso dipinto “Girasoli” di Vincent Van Gogh alla National Gallery di Londra. La coppia è stata poi arrestata per aver danneggiato la cornice. Un mese dopo Last Generation ha preso di mira un altro quadro dello stesso artista, “Il Seminatore”.
Richiamare l’attenzione sul cambiamento climatico
Joanna Smith e Timothy Martin, due membri del gruppo di attivisti per il clima Declare Emergency, sono stati arrestati e incriminati, negli Stati Uniti, per aver gettato vernice rossa e nera sulla teca che proteggeva la scultura di Edgar Degas Ballerina di 14 anni, esposta alla National Gallery of Art di Washington. L’episodio risale al 27 aprile 2023.
I musei, tuttavia, affermano che queste proteste sono attacchi a opere d’arte di valore inestimabile. “Condanniamo espressamente questo attacco fisico a una delle nostre opere“, ha dichiarato il direttore della National Gallery of Art Kaywin Feldman in un comunicato, dopo che Joanna e Martin avevano imbrattato la famosa opera di Degas.
“Le proteste devono essere drastiche”
Gli attivisti per il clima sostengono che il loro obiettivo non è danneggiare le opere d’arte, ma sensibilizzare l’opinione pubblica sull’emergenza climatica attirando nuove menti consapevoli. “Portare l’emergenza climatica all’attenzione della gente è un’azione che la società dovrebbe premiare, non cercare di punire in modo così estremo“, ha dichiarato Shayok Mukhopadhyay, portavoce di Extinction Rebellion NYC.
In Olanda nell’ottobre 2022, un uomo ha incollato la sua testa al vetro che proteggeva la “Ragazza con l’orecchino di perla” di Johannes Vermeer nel museo Mauritshuis, mentre un altro attivista ha versato sopra della zuppa di pomodoro. A giugno 2023 è stato imbrattata di vernice rossa l’opera “Il giardino dell’artista a Giverny” in un museo di Stoccolma. Il professor Robin Celikates, che studia i movimenti di protesta da più di dieci anni, ha affermato: “Le proteste devono essere drastiche, perché la protesta può sviluppare il suo effetto simbolico come contributo alla discussione pubblica e al dibattito politico solo se viene notata”.
Perché gli attivisti prendono di mira l’arte?
Gli ambientalisti spiegano che stanno prendendo di mira i principali musei soprattutto perché le istituzioni culturali non affrontano questi argomenti. “La funzione dell’arte è consentire alle persone di comprendere il mondo in cui vivono e riflettere sulla condizione umana, ma i grandi nomi dell’arte non stanno assolvendo questo compito“, ha affermato Mukhopadhyay. “È questa la ragione per cui siamo nei musei: dire alla gente che ci troviamo nel mezzo di un’emergenza ed è il momento di affrontarla“.
Favianna Rodriguez considera le stesse proteste una forma d’arte: “La protesta è come il teatro“, ha detto, “è la creazione di una contro-narrazione“. “Molti di questi musei espongono oggetti rubati durante la colonizzazione, oggetti sacri“, sostiene Rodriguez. “Questi luoghi non sono contestati solo dagli attivisti per il clima. Sono state numerose le contestazioni sulle collezioni, sul modo in cui le hanno ottenute e sul tipo di punto di vista che hanno mostrato“. Miranda Massie, fondatrice e direttrice del Climate Museum, ha detto: “Se i musei vogliono proteggersi da questi interventi, possono farlo in modo molto efficace impegnandosi attivamente rispetto al tema della crisi climatica“.